Gold rush

Oro, chiusura in positivo ma preoccupa esaurimento

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Si è chiusa bene la settimana per l’oro. Considerando il fatto che nella scorsa sessione ha registrato un +0,45%, chiudendo così le contrattazioni a quota 1327,40. E così ciò che emerge è che in ottica settimanale si è verificata una configurazione tecnica di tipo tendenzialmente neutrale.

I prezzi si stabiliscono proprio a metà delle medie mobili tra i 50 e i 200 giorni, passanti in modo rispettivo a 1330,76 e 1292,07.

Cosa fare nelle prossime settimane

Ora in tanti si stanno chiedendo cosa bisogna fare per le prossime settimane, in particolare se è il momento di investire in oro. E’ noto tra i trader quanto l’Oro sia un metallo prezioso che sia conveniente acquistare ad ogni calo. Quindi, in virtù di ciò, il consiglio è quello di essere pazienti e di attendere un’opportunità che permetta di acquisire valore. La mossa non sarà necessariamente esplosiva nel breve termine, motivo per cui, si è portati a ritenere che il modo migliore per investire nell’Oro sia quello di costruire il proprio portafogli nei successivi mesi.

La regione dei 1300 dollari sembra fungere da fondo del mercato. I trader che operano strategicamente a breve termine, dovrebbero perseguire nell’acquisto di oro ad ogni calo in quanto esso continua ad offrire valore in maniera puntuale. I diversi livelli di supporto sottostanti che vanno segnalati sono quelli situati sulla regione 1327,50$, 1320$ e 1310$.

Ciò detto, siamo certi che i trader rientreranno nel mercato approfittando di un Oro a buon mercato.

Oro, un bene in esaurimento

L’oro però appare sempre più un bene in esaurimento. E per più ordini di fattori. Diversi Paesi europei stanno facendo rientrare il loro oro custodito all’estero, peraltro in un’azione coordinata che rischia di compromettere le potenzialità del dollaro. Valuta che come noto è una riserva valutaria mondiale di riferimento. Pertanto, per una vecchia legge economica che vuole che un bene in esaurimento aumenti di prezzo (la scarsità ha un suo peso sui prezzi), gli investitori prevedono un incremento dei prezzi dell’oro sui mercati. Che sia poi correlata ad una espansione della domanda globale. Basta solo pensare che nel 2017 l’offerta del metallo prezioso più ambito è crollata ad un ritmo che non si vedeva dal 2008. Hannus orribilis per l’economia mondiale.

La Cina, che risulta essere il maggiore produttore di oro al mondo, ne ha estratto dalle sue miniere 453 tonnellate nel 2016. Nel 2017, la produzione è crollata sul 9% e questo l trend al ribasso è destinato a continuare secondo le previsioni. Ciò significa che ci sarà un aumento della domanda globale.

Del resto, i trader e le banche centrali che non desiderano avvalersi del dollaro, la cui forza è messa seriamente in dubbio dalla guerra mondiale commerciale lanciata da Trump, vorranno incrementare le proprie riserve di oro. In Cina, i “nuovi ricchi” che il capitalismo mascherato da comunismo tollera e coccola, possono attualmente permettersi di comprare oro fisico o mettere al sicuro i propri risparmi.

L’oro situato nel Paese cinese viene ceduto solo nel mercato interno e quindi non viene esportato. Se l’offerta cinese si ridurrà ancora di più, anche il Governo di Pechino deciderà di comprarlo altrove. Una parte del piano economico cinese ha in programma di ridimensionare il dominio del dollaro e vuole dare una maggiore fiducia nella valuta nazionale. Lo yuan.

Da quanto si carpisce ultimamente, se è vero che il dollaro statunitense ha dominato i mercati valutari a livello internazionale per quasi tutti questi decenni post-Seconda guerra mondiale, Cina e Russia vogliono mettere fine al suo dominio. Per raggiungere questo obiettivo, stanno aumentando le loro riserve di oro e stanno riducendo la loro esposizione al debito governativo Usa. La svendita di Treasuries Usa sul mercato sta finendo per alimentare l’incertezza politica.

Inoltre, nei loro scambi commerciali, Russia e Cina vogliono usare valute legate all’oro per effettuare pagamenti di beni e altri prodotti. Ciò rende l’oro una materia prima di rilievo per entrambe le superpotenze. Il tutto, come detto, mentre alcuni Paesi europei stanno rimpatriando le proprie riserve di Oro detenute all’estero. Quali Germania, ma, soprattutto, quelli post-sovietici: Ungheria, Paesi Bassi, Lettonia e Lituania.

Insomma, il conservatorismo della Cina (paese come detto che ne ha di più), il rientro di oro di diversi Paesi europei e la politica anti-dollaro della Russia, sta facendo sì che l’offerta a disposizione di oro si stia esaurendo.

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