Nel weekend al NuovoFIlmStudio di Savona: Oltre la notte (Aus dem Nichts)

Nel week-end al NuovoFIlmStudio di Savona: Oltre la notte (Aus dem Nichts)

NuovoFilmStudio/Officine Solimano/Piano terreno
Piazza Rebagliati, Savona
Circolo ARCI

Oltre la notte (Aus dem Nichts)
di Fatih Akin, con Diane Kruger, Denis Moschitto, Johannes Krisch – Ger/Fra, 2017, 106’

Premio per la migliore interpretazione femminile (Dianne Kruger) al 70° festival di cannes.

ven 16 marzo (18.00 – 21.15)
sab 17 marzo (17.30 – 20.30 – 22.30)
dom 18 marzo (15.30 – 17.30 – 20.30 – 22.30)
lun 19 marzo (15.30 – 20.30)

A causa di un attentato in cui muoiono il marito Nuri e il figlio Rocco, la vita di Katja subisce un crollo improvviso. Un crollo che, anche dopo i funerali, la donna stenta a superare aggravato dalle lungaggini nella ricerca degli attentatori. Danilo, un avvocato e migliore amico di Nuri, decide di rappresentare la donna nel processo contro i sospettati. Il processo spinge Katja al limite e non c’è un’alternativa: vuole giustizia…

In tempi di terrorismo di matrice islamico-integralista, “Oltre la notte” ci permette di ricordare come l’attenzione vada tenuta altrettanto alta su altri fronti. Non a caso proprio questo tipo di attentati ha ridato nuova linfa a formazioni xenofobe che non avevano mai smesso di esistere. Uno dei maggiori pregi del regista tedesco-turco è la capacita di delineare i caratteri senza farli ricadere nella semplice dicotomia buoni/cattivi o innocenti/carnefici. Evitata con efficace abilità questa trappola, di fatto poi il film si concentra sulla protagonista – un’intesa e convincente Diane Kruger – e sul suo dolore. Una sofferenza caricata di non-senso per la follia terroristica e amplificata dalla lunga e complicata fase processuale in cui la difesa ricorre a qualsiasi argomento – sino al pregiudizio – pur di invalidare la sua testimonianza. A questo punto la pellicola si pone di fronte a un bivio. Può diventare cinema di vendetta privata, il farsi giustizia da sé – o interrogarsi su quale senso abbia questa pratica, oppure cinema d’indagine umana – scoprire cosa c’è dietro queste persone, cosa li spinga. La prima ipotesi sembra prevalere. Certamente manca una più generale riflessione sul senso della vendetta, la capacità del perdono, il rimorso e il pentimento. Il senso della rabbia e la speranza. Ma, forse, tutto è riconducibile al nichilismo che si manifesta nel finale e che difficilmente potrà lasciare lo spettatore impassibile.

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