Per un pensiero altro

Infine voltandosi il Caradrio…

Per un Pensiero "Altro" è la rubrica filosofica di IVG: ogni mercoledì, partendo da frasi e citazioni, tracce per "itinerari alternativi"

Per un Pensiero Altro

Perchè non provare a consentirsi un “altro” punto di vista?
Senza nessuna pretesa di sistematicità, ma con la massima onestà intellettuale, il curatore, che da sempre ricerca la libertà di pensiero, ogni settimana propone al lettore, partendo da frasi di autori e filosofi, “tracce per itinerari alternativi”. Per quanto sia possibile a chiunque, in quanto figlio del proprio pensiero.

“Tra gli animali mitoliogici il più attuale è sicuramente il Caradrio” afferma caustico Gershom Freeman. Di cosa sta parlando?

Il Caradrio è citato nel Gorgia platonico da Socrate, il più classico portavoce delle istanze del famoso discepolo, nel suo dialogo con Callicle, ma, aldilà del senso attribuito dal filosofo all’animale, interessante è l’attualizzazione che ne fa Freeman: il Caradrio è un uccello bianco caratterizzato da una ottusa voracità, oggi la definiremmo ossessiva compulsiva. Tanto ingurgita e tanto, simultaneamente espelle con le feci. Ovvio che tale operazione non gli consenta mai di saziarsi, anzi: tanto più defeca tanto più avverte l’esigenza di assumere del nuovo cibo.

E’ ovvio presumere, sottolinea il nostro autore, che in quel modo perda anche la discrezionalità critica di ciò che ingoia e trasforma. Unica costante è che ciò che produce rimanga la medesima sostanza, aumenta quindi la quantità senza modificare la qualità. L’operazione non può e non deve avere soluzione di continuità; come è evidente a chiunque, l’appetito insaziabile-eterogeneo-indiscriminato non può saziarsi in quanto l’incessante operazione di distruzione-trasformazione-espulsione lo mantiene ipertrofico.

Il primo pensiero del lettore presumo che sia: “Ma che schifo” e quello immediatamente successivo “Che animale idiota”. Mi auguro che a questi istintivi esordi l’attento lettore faccia seguire un più acuto: “Perchè mai Gershom Freeman reputa attuale un simile obbrobrio?”. In effetti già nell’antichità la caustica ironia di Freeman era stata anticipata da Esiodo che si rivolgeva ai molti che non lo comprendevano definendoli “Uomini solo ventre”, tale accostamento palese al Caradrio era espressione di una realtà nella quale il cibo era spesso indispensabile per la sopravviuvenza. Oggi, a parte i terribili casi che ancora si verificano ahimè in troppe parti del pianeta, nel mondo occidentale il problema è spesso l’opposto: le nuove generazioni, infatti, registrano un incremento preoccupante di obesi nell’età adolescenziale.

Ma torniamo alla provocazione iniziale: evidentemente oltre allo stomaco l’ossessione compulsione va estesa oggi, e soprattutto, al portafogli, al conto corrente, alla carta di credito ed al loro utilizzo nel mercato. Ecco svelata l’inquietante analogia: oggi il rischio è di divenire tutti ottusi Caradri. Non si produce per garantire il consumo, si consuma per consentire la produzione: ognuno deve essere solo un consumatore produttore per perpetrare il loop del mercato che, in questo modo, garantisce solo se stesso.

Temo che la caustica ironia del nostro autore fotografi tragicamente la realtà del presente ed è per questo che diviene ancor più indispensabile riflettere sulla conclusione del suo aforisma: “è così che, al termine del suo viaggio, il Caradrio potrà voltarsi e comprendere qual è stato l’inconsapevole senzo della sua vita, insomma, tutto ciò che ha lasciato di sè: un’enorme montagna di…”

Per un Pensiero Altro è la rubrica filosofica di IVG, a cura di Ferruccio Masci, in uscita ogni mercoledì: clicca qui per leggere tutti gli articoli

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