Sorpresa

In garage pistole, mitra giocattolo, coltelli e una bandiera dell’impero tedesco: arrestati due savonesi fotogallery

La Guardia di Finanza stava indagando su movimenti bancari sospetti quando si è imbattuta in un "arsenale" per ora senza spiegazioni

Savona. Due pistole vere, una Beretta e una con caratteri cinesi. Diverse armi da soft-air (tra cui una mitraglietta e un fucile da cecchino) e l’occorrente per modificarle in armi funzionanti. Silenziatori, una finta granata, svariati coltelli di diverse dimensioni, più gli utensili per confezionare le munizioni. Poi uno stock di petardi che veniva utilizzato, presumibilmente, per estrarne la polvere da sparo da riutilizzare con le armi da soft-air. E infine una bandiera di guerra dell’Impero Tedesco, in uso durante la prima guerra mondiale, affissa su una delle pareti.

E’ questo lo scenario che si sono trovati davanti ieri i militari della Guardia di Finanza di Savona, coordinati dal colonnello Giovanni Palma e dal comandante del nucleo polizia tributaria, Danilo De Mitri, quando sono entrati nel garage utilizzato da un pregiudicato savonese, durante alcune perquisizioni disposte dall’autorità giudiziaria nell’ambito di alcuni accertamenti di polizia economico-finanziaria. Un vero e proprio arsenale per il quale sono finiti in manette due savonesi, S.M. e A.P., entrambi cinquantenni, con l’accusa di detenzione e possesso ingiustificato di armi. Uno dei due aveva già avuto precedenti proprio legati alla detenzione di armi.

L’indagine, coordinata dal pm Giovanni Battista Ferro, è partita da una segnalazione di Banca d’Italia una serie di anomale movimentazioni bancarie, anche di importi cospicui. Su questo punto i militari mantengono per ora il massimo riserbo, dato che le operazioni sono tuttora in corso; le Fiamme Gialle si sono limitate a spiegare di “aver ricostruito un articolato e diversificato flusso finanziario con l’obiettivo, attraverso svariate operazioni per contanti, di dare soluzione di continuità tra il titolare del conto ed il beneficiario delle operazioni, ostacolando così ogni tentativo di ricostruzione a cura degli organi di controllo“. La ricostruzione dei flussi finanziari, partita da una filiale savonese per alcune decine di migliaia di euro, ha rivelato movimenti per circa due milioni in due anni, con parte del denaro finita anche su conti esteri.

E nell’ambito di questi accertamenti i militari hanno raccolto informazioni che li hanno portati a chiedere alla Procura l’emissione di un decreto di perquisizione in tre appartamenti e nel garage in cui si sono imbattuti nell’arsenale. La maggior parte erano armi giocattolo, ma due come detto erano vere (e sono risultate intestate a persone decedute). Da qui il sequestro delle armi e di 6000 euro in contati rinvenuti durante i controlli, e l’arresto sia del proprietario del box che dell’affittuario. Due persone, secondo la Finanza, non riconducibili né al mondo della criminalità organizzata né a frange estremistiche: “Ma è evidente – spiegano dal Comando – che un rinvenimento del genere non si può tradurre in mera passione o collezionismo”. Gli inquirenti stanno dunque ora cercando di capire a cosa servissero tutte quelle armi, ma smentiscono qualsiasi allarme.

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