Savona. E’ stato interrogato questa mattina dal gip Fiorenza Giorgi l’egiziano Ibrahim Bedir, finito in manette nell’ambito dell’operazione “Piramide”, l’indagine condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Savona che ha scoperto un giro di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’uomo, che è difeso dall’avvocato Roberto Incorvaia, ha risposto alle domande e, secondo quanto trapelato, di fatto avrebbe ammesso le proprie responsabilità. Secondo gli inquirenti, Bedir era la mente del business e dopo aver reclutato dei concittadini che ambivano ad ottenere un permesso di soggiorno in Italia, tramite imprenditori compiacenti, dietro al pagamento di somme tra i 4 e i 10 mila euro gli faceva arrivare delle proposte di assunzione grazie alle quali gli stranieri ottenevano il visto per arrivare in Italia.
L’operazione Piramide, venerdì scorso, è sfociata nell’esecuzione di dieci misure cautelari (due in carcere e otto agli arresti domiciliari). Oltre a Ibrahim Bedir, in carcere è finito Ahmed El Din, titolare del ristorante “Il vascello 3” di via XX Aprile a Pietra Ligure, che è detenuto a Busto Arsizio e sarà interrogato per rogatoria.
Nei prossimi giorni, invece, saranno ascoltate anche le persone finite ai domiciliari: Ismail Mohamed, considerato il collaboratore di Bedir, Giovanni e Giuseppe Auricchio, Saleh Abdellatif, Mostafa Nassar Abdelhamid, tutti ristoratori ritenuti “compiacenti” dagli inquirenti, Maria Grazia Lesena, accusata di essere stata testimone di un matrimonio fittizio, Mariangela Titone e Carmela Ester De Donatis entrambe accusate di aver sposato due stranieri per fargli avere il permesso di soggiorno tramite il ricongiungimento famigliare. Tutti sono accusati a vario titolo ed in concorso di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso per induzione.
Durante l’indagine, i militari hanno accertato che per l’ingresso e la permanenza sul territorio nazionale, grazie a proposte di lavoro fittizie, gli stranieri pagavano appunto da 4 a diecimila euro, ottenendo così il visto per rimanere in Italia. Il giro d’affari illecito stimato dai carabinieri si avvicina al milione di euro: gli investigatori hanno identificato circa un centinaio di proposte di lavoro fittizie che hanno permesso di far entrare regolarmente (almeno all’inizio) in Italia cittadini stranieri. Ma non solo: l’altro modo di favorire l’ingresso in Italia era infatti quella dei matrimoni concordati con spose consenzienti, matrimoni fittizi in quanto dopo le nozze civili è stato accertato che non c’era mai una vera convivenza.
Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal gip di Savona Fiorenza Giorgi su richiesta del pm Giovanni Battista Ferro, ma nell’ambito dell’operazione “Piramide” altre quattro persone sono state denunciate a piede libero per gli stessi reati.
Nessuna delle attività commerciali gestita dalle persone arrestate o coinvolte nell’indagine è stata destinataria di provvedimenti di sequestro, chiusura o sanzioni. Si tratta del ristorante “Marebello” di corso Italia a Pietra Ligure e del bar “Cafè” di via Nizza a Savona gestiti da Ibrahim Bedir, del ristorante “Il vascello 3” di via XX Aprile a Pietra Ligure di Ahmed El Din, del ristorante “La Svolta” a Pietra Ligur di Giovanni Auricchio, della “Taverna del pirata” in via delle Libertà a Pietra Ligure di Giuseppe Auricchio, del bar ristorante pizzeria “Soska” di Albissola Marina di Saleh Abdellatif, del ristorante pizzeria “Mamma mia” di piazza Martiri della Libertà a Pietra Ligure di Mostafa Nassar Shawky Abdelhamid.