Savona. Dopo le parole amare del candidato del Pd Gianluigi Granero arrivano anche le prime dichiarazioni della parlamentare uscente Anna Giacobbe, candidata al plurinominale al Senato, al secondo posto dietro al segretario regionale Vito Vattuone: “Parto con un ringraziamento a chi si è impegnato nella campagna elettorale, chi ha votato Pd, a chi lo ha fatto anche con sofferenza (in tanti me lo hanno detto), per convinzione politica, o come ultima spiaggia o per stima personale. Si chiama sconfitta, naturalmente. Ma è sconfitta non solo di una lista, di un partito in una competizione elettorale” afferma l’esponente Dem.
“Nessun diverso approccio alla campagna elettorale, nessuna mossa tattica, nessun colpo di teatro, e neppure un altro metodo di selezione delle candidature, avrebbe modificato sostanzialmente il risultato: neanche le persone sono state, siamo stati, “valore aggiunto”, se non in qualche isolato caso. Perché sono processi profondi che hanno portato a questo risultato, è una crisi di proposta politica e di gruppi dirigenti. L’azione di governo, i suoi stessi risultati, non sono stati percepiti dalla gran parte delle persone come tali, come risposta ad un malessere non solo materiale di tanti: soprattutto di chi sta peggio, o comunque peggio di prima.
I tentativi di rompere incrostazioni e rendite di posizione hanno avuto uno stampo “dirigista”, che non ha coinvolto in una trasformazione vera la società e le sue espressioni: per questo rimane solo la reazione negativa di quei poteri, più o meno forti, o rendite” spiega ancora Anna Giacobbe.
“L’altalena di alti e bassi nel consenso, che in pochi anni ha portato il Pd prima a crescere e poi sostanzialmente a dimezzarsi, ha rappresentato un fenomeno “alla superficie” di qualcosa che sta in processi economico/finanziari, sociali, degli assetti del potere, che non riguardano certo solo l’Italia. Inoltre, le ragioni del mutato quadro politico non possono essere ricercate nella “crisi dei partiti”. Il Pd si è fatto sempre meno partito, ma il Movimento Cinque stelle si è fatto sempre più “partito”, da movimento a forza che si candida a governare: come lo vedremo (forse)”.
E Giacobbe aggiunge: “Tutta la sinistra è spiazzata: divisa o unita, non rappresenta coloro per i quali, in teoria, esiste. Non penso che abbiamo sbagliato tutto. Rivendico risultati, impegno, passione politica. Ma l’opinione dell’elettorato non lascia margini di ambiguità. E ci si devono fare i conti. Ci sarà il tempo di analisi meno superficiali e di decisioni che siano conseguenti. Ma la consapevolezza è l’unico modo per non vivere questo dopo voto solo con amarezza” conclude.