Freddezza e coraggio

Sparatoria in via Santuario: l’aggressore disarmato dai carabinieri aveva pistola, coltello e storditore fotogallery

Ha sparato tre colpi poi l'arma si è inceppata, i militari sono riusciti a bloccarlo e strappargliela di mano senza esplodere un colpo

carabinieri savona

Savona. “La freddezza e la professionalità dei miei uomini, nello strappare di mano la pistola ad una persona che aveva già sparato, è stata fondamentale”. Prima ancora di fornire i dettagli sull’operazione che ieri ha portato i carabinieri ad arrestare il 46enne Massimo Scozzaro, il comandante Dionisio De Masi si sofferma sull‘enorme rischio corso dai militari intervenuti per fermarlo: pochi istanti prima infatti l’uomo aveva esploso tre colpi d’arma da fuoco contro Enrico Pasquale, 45 anni, ora ricoverato all’ospedale San Paolo con ferite alle gambe e all’addome.

Secondo quanto ricostruito, ieri sera verso le 20 Scozzaro (disoccupato e con precedenti penali per droga, fu coinvolto nella celebre inchiesta “Maracanà”) si è recato in via Santuario in scooter ed ha atteso nascosto tra le auto l’arrivo di Enrico Pasquale. Quindi, mascherato da un passamontagna, ha aperto il fuoco con una pistola calibro 22, risultata rubata in un’abitazione in provincia di Cuneo nel 1990. Tre colpi, a entrambe le gambe e alla pancia, da pochi metri di distanza e con una pistola di precisione: un chiaro indice, secondo i carabinieri, di premeditazione.

I militari ritengono inoltre che l’uomo abbia continuato a sparare, ma che l’arma si sia inceppata; a quel punto Enrico, seppur ferito, ha reagito ed è letteralmente saltato addosso a Scozzaro. I due sono caduti tra le auto: sempre secondo i carabinieri Scozzaro avrebbe avuto la meglio perchè avevano sé anche un coltello ed uno storditole elettrico.

Per fortuna della vittima, in quel momento i carabinieri erano in zona per un servizio mirato alla prevenzione dei furti, e sul posto erano presenti a pochi metri di distanza sia militari in divisa che in borghese. Sentito il rumore degli spari alcuni militari sono accorsi sul posto e, con estrema freddezza, sono riusciti tempestivamente a fermare e disarmare Scozzaro evitando il peggio.

Nei minuti successivi è arrivata un’ambulanza della Croce Rossa, e Pasquale Enrico è stato immediatamente trasportato in ospedale. Nelle ore successivo è stato sottoposto ad intervento chirurgico all’addome per estrarre il proiettile, e non è in pericolo di vita. Scozzaro invece è stato arrestato ed ora dovrà rispondere di tentato omicidio e ricettazione (l’arma, come detto, risulta rubata). Le indagini successive alla sparatoria, ed i relativi sopralluoghi ed accertamenti tecnici, sono stati effettuati sotto il coordinamento del maggiore Dario Ragusa (comandante della compagnia di Savona), del tenente Ettore Grasso (comandante del nucleo radiomobile) e del maresciallo maggiore Giuseppe Mignemi (comandante della stazione di Savona).

Durante la perquisizione nell’abitazione di Scozzaro sono stati ritrovati 38 grammi di hashish e per questo motivo l’uomo è stato denunciato per la detenzione dello stupefacente. Proprio nello spaccio di droga, secondo gli inquirenti, sarebbe da ricercare il movente del tentato omicidio (entrambi gli uomini hanno precedenti in tal senso), ma sono ancora in corso gli accertamenti del caso. A suggerirlo anche un particolare: in casa di Pasquale Enrico è stato ritrovato un proiettile conficcato nel muro della veranda, sparato presumibilmente a mo’ di avvertimento dall’esterno (uno dei vetri era forato).

Anche il maggiore Ragusa ha voluto sottolineare la freddezza ed il coraggio dei militari intervenuti: “Non hanno usato armi in una situazione difficile e confusa, hanno avuto lucidità di disarmare Scozzaro. I miei più grandi complimenti ai militari intervenuti per primi. Uno di loro si è anche tolto la cintura per fermare l’emorragia alla gamba del ferito: un’ulteriore dimostrazione della loro grande prontezza e professionalità”.

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