Fissato il processo

Rito abbreviato per il ristoratore arrestato per violenza sessuale su una 13enne

A giudizio andrà un 56enne savonese: dal gip aveva ammesso l'approccio sessuale, ma negato di aver costretto la ragazzina a fare qualcosa che non voleva

Savona. Sarà giudicato con un rito abbreviato il ristoratore savonese, Pasquale “Lino” Massari, 56 anni, che nell’agosto scorso era finito in manette con la gravissima accusa di violenza sessuale pluriaggravata e sequestro di persona nei confronti di una tredicenne.

Il processo sarà celebrato il prossimo aprile davanti al giudice dell’udienza preliminare Francesco Meloni. A chiedere il rito alternativo (che consentirà all’imputato di ottenere una riduzione di un terzo della pena) è stato il suo difensore, l’avvocato Andrea Cechini.

Le accuse nei confronti del ristoratore, che gestiva il “T-Rex” di via Giacchero a Savona, erano state confermate dalla ragazzina durante l’audizione protetta (svolta nell’ambito dell’incidente probatorio), alla presenza di una psicologa. Alla luce del racconto della tredicenne, però, potrebbe essere ridimensionata l’accusa di sequestro di persona: per la difesa sarebbe infatti emerso che non è stata trattenuta e chiusa dentro al locale.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la bimba era stata attirata all’interno del ristorante di Massari con l’inganno, grazie ad una banale scusa. A quel punto, approfittando del fatto che erano soli, si sarebbe consumato l’approccio sessuale con la bambina: un abbraccio ed un bacio (fortunatamente non c’era stato nessun rapporto completo o abuso). Poi la tredicenne era uscita dal ristorante di via Giacchero e, una volta a casa, avrebbe raccontato tutto ai famigliari.

Una versione che la ragazzina aveva ripetuto in Questura, davanti alla psicologa Lucia Tattoli, al gip Fiorenza Giorgi, al pm Giovanni Battista Ferro, all’avvocato Andrea Cechini, difensore di Massari (che non era invece presente) e all’avvocato Pierluigi Pesce, che assiste la famiglia della vittima.

Durante l’udienza di convalida davanti al gip, a pochi giorni dall’arresto, Massari aveva ammesso l’approccio sessuale, mostrandosi anche dispiaciuto per quanto accaduto (“Non so che cosa mi sia preso”), ma aveva respinto con decisione l’accusa che ci sia stata da parte sua costrizione e di aver tenuto la ragazzina sotto sequestro.

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