La tribuna

Ordinanza cani, a Savona “la Signora non torna indietro”

"La Tribuna" di IVG ospita commenti e riflessioni degli "ex illustri" della provincia savonese: tra loro Livio Di Tullio

Bruco, il degrado del fratello minore

The Lady’s not for turning. La Signora non torna indietro. Mi sono ricordato la Signora Thatcher e la sua famosa battuta durante un comizio al Congresso del Partito Conservatore inglese nel 1980, quando ho sentito il sindaco di Savona intervenire in consiglio comunale sulla mozione che chiedeva il ritiro dell’ordinanza sulle deiezioni canine. La Signora non torna indietro.

Voi mi direte: vabbè ma che c’entra. Non ti pare di esagerare a paragonare il sindaco alla Thatcher e l’ordinanza sulla pipì alla chiusura delle miniere inglesi? E poi con tutti i problemi di Savona, basta con sta storia dei cani.

E’ vero. Avete ragione. Il paragone è azzardato, l’argomento è sgradevole e vedo che tutti hanno fretta di far scomparire questa vicenda dal dibattito pubblico. Però…

Partiamo da un fatto: non c’è dubbio che il problema esista. L’esercito di cani che ogni giorno gira per la città è decisamente grande. Così come non c’è dubbio che esiste una parte di proprietari che non si rende conto che la loro scelta di possedere un animale, esercitata senza responsabilità verso la comunità, crea problemi a tutti.

Però ci sono modi diversi per affrontare il problema e questa diversità dipende dall’obiettivo che l’amministratore si pone. Vuole risolvere il problema oppure vuole trasmettere l’immagine di una che decide? Punta a eliminare il problema o almeno a ridurlo oppure vuole affermare la propria autorità?

La Thatcher voleva entrambe le cose e ci riuscì, anche se finì per essere il politico più odiato della storia della Gran Bretagna. Aveva però determinazione e mezzi – anche materiali – per riuscirvi e si era nel 1980 non nel 2018.

Il sindaco di Savona cosa vuole ottenere? Con i pochi vigili in servizio e con decine di incombenze più importanti delle quali si devono occupare, faranno qualche multa all’inizio e poi si limiteranno a farne ogni tanto una, la borraccetta dell’acqua farà parte del corredo obbligatorio insieme al guinzaglio (anziché le pisciate avremo le pisciate diluite) e il problema non sarà risolto. Sappiamo tutti benissimo che non ha in mano alcun strumento per ottenere i suoi obiettivi per via coercitiva e autoritaria. I primi che lo sanno sono quella parte di proprietari refrattaria ad ogni vivere civile. Alla fine il risultato dell’ordinanza così congegnata e gestita sarà che saranno arrabbiati i proprietari di cani ma anche gli altri cittadini, quelli che ogni momento chiedono punizioni esemplari, perché la città continuerà ad essere sporca.

Meglio sarebbe stato coinvolgere i proprietari, fare presente la situazione, assumersi le proprie responsabilità per l’incredibile assenza dei dirigenti di ATA nella pulizia della città (che – è bene ricordarlo- resta il principale problema). In una parola far crescere la consapevolezza e la responsabilità collettiva in modo virtuoso senza dividere la città tra cittadini buoni e cattivi. Chiedere che siano gli stessi proprietari a reprimere con le parole e i comportamenti corretti, coloro che sporcano. Si chiama credere nella “crescita collettiva” e precede e non segue il processo decisionale di chi amministra.

Ma la Signora non torna indietro.

Dite: però è stata coraggiosa. No, nemmeno questo. Coraggioso sarebbe stato tornare indietro. Azzerare la lite e dire ai proprietari: io tra sei mesi voglio vedere questo problema risolto o ridotto. Decidiamo insieme come fare. Se non troviamo insieme una soluzione, decido io perché rispondo a tutti i cittadini e non solo a voi ma la mia volontà è trovare insieme la soluzione.

Invece no. La Signora non torna indietro.

Non dubito del suo essere in buona fede e forse pure convintamente liberal ma gli spiriti dominanti sono altri e si vedono nella voglia di chiudere, sbarrare, reprimere a cui abbiamo assistito in questi mesi. E si vede pure dal tratto classista dell’ordinanza che ha sancito che a Savona ci sono i portici di Piazza della Vittoria e Viale dei Giardini e quelli di Vicolo Stretto e Vicolo Corto come a Monopoli.

La Signora non torna indietro ma così non andiamo neppure avanti.

p.s. dedicato ai proprietari di cani: io credo di sapere cosa vi ha fatto veramente arrabbiare. Non è l’obbligo della bottiglietta e neppure la presunta proibizione del passeggio nei portici. Quello che vi ha fatto veramente “impazzire” è stato diventare dalla sera alla mattina membri della categoria degli zozzoni. Colpevoli della sporcizia in città. Esposti alla pubblica indignazione. Responsabili del degrado a prescindere dal vostro effettivo comportamento mentre vi ritenete (e a ragione) cittadini per bene. Questo vi ha realmente ferito.

Ecco. Ora avete provato cosa significa essere giudicati sulla base del pregiudizio. Avete provato cosa significa essere minoranza con la cultura dilagante di questo tipo di destra al potere.

“Tutti i proprietari di cani son zozzoni” nasce dalla stessa cultura che fa dire tutti gli immigrati son delinquenti, tutti gli zingari son ladri, tutti i rumeni vanno nelle case a rubare. E’ uguale. Pensateci.

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