Rosso pistacchio

Manuale semiserio per la ricerca di un marito – parte prima: il Savonese Puro

"Rosso Pistacchio" è la rubrica al femminile di IVG: ogni martedì si parla di donne con Marzia Pistacchio

Rosso Pistacchio

“Rosso Pistacchio” è la rubrica di Marzia, che ama definirsi “una truccatrice struccata”. Uno spazio al femminile dal taglio volutamente “leggero” in cui parlare a 360 gradi di tutto ciò che ruota intorno alle donne. In salsa savonese, naturalmente, e con le illustrazioni create “ad hoc” da Giusy Ghioldi.

Rosso Pistacchio

Se il ticchettio dell’orologio biologico è ormai diventato il tonante din don di un pendolo, se persino il vostro gatto implicitamente vi invita a cercarvi un compagno, se vostra madre ha iniziato a farvi discorsi sulle unioni civili, sperando che vi accoppiate almeno con una donna, se la nonna ha venduto su eBay il vostro corredo da sposa vergine in preda allo sconforto, allora questo piccolo prontuario può esservi utile.

Mi rivolgo, oggi, a quelle di voi che tengono particolarmente alla purezza della razza, a quelle nel quale sangue scorre lumassina, e che non passano mai davanti alla Torretta senza emozionarsi un pochino. A voi, Liguri DOC, profumate di basilico e chinotto, è dedicata la ricerca di un esemplare di SAVONESE PURO.

LA RICERCA

Iniziamo la nostra ricerca dal luogo usualmente più frequentato dai giovani: la discoteca.

Se siete così brave da scovare una discoteca a Savona, non vi sarà assolutamente difficile trovarvi all’interno un SAVONESE PURO. Egli splenderà tra tutti come una torta pasqualina in mezzo ad una selva di pan dei morti, non potrete sbagliare.

Tra la miriade di giovani, il SAVONESE PURO, infatti, sarà l’unico che non si diverte. Lo troverete in un angolo a reggere una colonna, con la sua Coca Cola sgasata tra le mani (la consumazione è obbligatoria altrimenti sarebbe stata acqua del rubinetto), la tuta dell’Arena dell’acrilico e la polo sotto che fa chic.

Il SAVONESE PURO, dicevamo, non si diverte. Non gli è concesso dalla propria propria natura. Egli preferisce rimanersene accigliato in un angolo, a ruminare sulle ingiustizie della vita, a masticare rincrescimento e mugugno, a maledire il parcheggio che ha dovuto pagare e la dissolutezza del mondo moderno.

L’APPROCCIO

Non pensiate sia semplice. Avvicinarlo prevede un lungo rituale di corteggiamento che potrebbe sfinirvi. Sì perché il SAVONESE PURO non si fida. Chi sei tu? Cosa vuoi da me? Non ho soldi. Vattene.

Io vi avviso, sarà estenuante, e nello stesso tempo in cui potreste trovare un marinaio di Molfetta disposto a ingravidarvi 4 volte, il SAVONESE PURO vi avrà a malapena (e forse per sbaglio) toccato una tetta.

LA RELAZIONE

Ma bene, siete state pazienti e ce l’avete fatta, l’esemplare è vostro. Inizia ora un periodo indefinito e indefinibile, per tempo e misura, nel quale voi non sarete fidanzati ma VI PARLERETE.

La gente così dirà di voi: “SI PARLANO”. In realtà lui parla ben poco, ma di sicuro vi vorrà bene, a modo suo. Vi porterà in campagna alla domenica (al mare no ci sono i milanesi), a mangiare la pizza alle 18.30 di tutti i sabati della vostra vita (dopo no, c’è casino), a giocare a tabù in ludoteca (in discoteca che ci andiamo a fare, non dobbiamo mica rimorchiare).

Poi, finalmente, dopo molto molto tempo, quando sotto il vostro mento inizieranno a spuntare quei due o tre peli ispidi, e le vostre ovaie inizieranno a prepararsi alla incipiente menopausa, un bel giorno lui vi chiederà di conoscere:

LA SUOCERA

Attenzione. Guardia alta. La mamma del SAVONESE PURO è un animale pericoloso e mutante.

Al primo impatto l’apparenza è quella di un simpatico birillo riccioluto e baffuto, che assomiglia ad un pingue lamantino rosa, e profuma di impasto di ravioli. Vi accoglierà con un sorriso sornione, e cercherà di stordirvi con un bicchiere di genepi, ma voi diffidate, e ricordate che per lei siete il nemico.

Siete colei che vuole portarle via il suo bambino, dopo soli 46 anni di infanzia, quella che lo farà mangiare male, magari anche quella roba lì moderna, il sushi, siete quella che, nonvolessemaiilsignore, potrebbe anche convincerlo un giorno a trasferirsi a vivere lontano, che ne so, Varazze o persino Cogoleto.

Perseverate, non vi abbatete, malgrado il nemico sia duro da stendere, ricordate che voi avete un’arma infallibile che lei non può usare: le tette.

E succederà. Succederà che vi innamorerete perdutamente di una cultura aspra, a volte dura, estremamente riflessiva e pessimista, una cultura di gente di frontiera, di persone capaci di soffrire, e per questo di amare, amare tanto, amare oltre i limiti, amarvi coi peli sotto il mento e le ovaie raggrinzite.

E per fortuna, ragazze, esiste la ceretta.

“Rosso Pistacchio” è la rubrica al femminile di IVG, ogni martedì a cura di Marzia Pistacchio: clicca qui per leggere tutti gli articoli

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