Pietra Ligure. “Abbiamo saputo che volete chiuderlo. Sappiate che non ci stiamo. Per questo ci siamo ribellati”. Ha avuto un piccolo “fuori programma” la visita al Santa Corona di Pietra Ligure dell’assessore regionale alla sanità Sonia Viale e del direttore generale dell’Asl2 savonese Eugenio Porfido di oggi, in occasione della “Giornata mondiale del Malato”.
Durante la visita nel reparto di medicina, dove stavano per essere serviti dei “menu speciali” a base di specialità liguri, la parente di un ricoverato ha avvicinato Viale e Porfido per sottolineare la propria contrarietà (e quella di tanti altri abitanti della cittadina rivierasca) alla chiusura del centro salute di Finale Ligure e degli altri centri salute del nostro territorio. Ipotesi, questa, circolata con insistenza nei giorni scorsi e finita anche al centro del dibattito in consiglio regionale.
Interpellata da IVG.it, l’assessore Viale ha ribadito: “In consiglio regionale ho affermato con convinzione che i centri salute sono luoghi che danno risposte ai cittadini e come tali devono proseguire. Il direttore generale di Asl2, Eugenio Porfido, è un capace amministratore e ha il compito di far sì che tutte le procedure, le modalità e la tenuta dei costi siano compatibili. Questa è una volontà ferma. Tutti insieme dobbiamo collaborare senza fare troppe polemiche per arrivare al risultato, che è mantenere i servizi per i cittadini con una sostenibilità economica”.
Dal canto suo, Porfido ha spiegato che quello che riguarda i centri salute “è un processo che si inserisce nel tema della medicina convenzionata. La continuità assistenziale, la guardia medica, ed i colleghi che operano in questo ambito devono andare incontro ad una sempre maggiore integrazione con i medici di medicina generale. Questo porterà come vantaggio una maggiore conoscenza del paziente in caso di chiamata o di necessità. Questo è il percorso che stiamo intraprendendo”.
Insomma i centri saluti non chiuderanno ma “verranno integrati con la medicina di continuità. In alcuni casi questa situazione è già possibile, ad esempio a Cairo. Per quanto riguarda gli altri contesti studieremo le varie possibili soluzioni anche in attesa della convenzione nazionale che aprirà questo tema del rapporto tra medici di medicina generale e medicina di continuità”.