Frecciata

Albenga, Ciangherotti incalza: “Siamo Città del Vino, ma non lo sa nessuno”

"Se a qualsiasi albenganese si chiedesse se Albenga è Città del vino probabilmente non saprebbe cosa rispondere"

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Foto d'archivio

Albenga. “Qualche mese fa Albenga è diventata Città del vino. peccato che in città non lo sappia quasi nessuno”. L’attacco porta la firma del consigliere di minoranza Forza Italia Eraldo Ciangherotti secondo il quale, benché Albenga possa vantarsi da mesi dell’importante riconoscimento, l’amministrazione comunale non avrebbe fatto nulla per pubblicizzare e valorizzare quanto ottenuto.

“Si tratta di un riconoscimento importante e niente affatto scontato viste le difficoltà per entrare nel prestigioso club che comprende città di lunga tradizione enologica come Alba, Montalcino, Montepulciano, Asti, solo per citarne alcune tra le più prestigiose, – ha proseguito il forzista. – La consegna del riconoscimento è passata quasi inosservata, se oggi a qualsiasi albenganese si chiedesse se Albenga è Città del vino probabilmente non saprebbe cosa rispondere. Non un cartello sotto le indicazioni stradali, non una targa che ricordi l’appartenenza a questo prestigioso club”.

“Eppure il movimento del vino sta conoscendo un momento magico, Albenga ha la fortuna di avere produttori e prodotti di eccellenza, un imprenditore agricolo come Aimone Vio è stato insignito del titolo di Vignaiolo dell’anno dal Gambero Rosso, primo ligure ad ottenere questo riconoscimento. Per non parlare dei tanti “bicchieri” e punteggi di rilievo ottenuti dalle nostre aziende vitivinicole. Credo, e con me tanti altri, che visti i numeri del turismo del vino Albenga dovrebbe fare molto di più”.

Ciangherotti, poi, non ha risparmiato un attacco diretto agli assessori al Turismo Alberto Passino e all’Agricoltura Mariangela Vio.

“Passino e Vio dovrebbero darsi una mossa e puntare molto di più su questo importante settore che, per la prima volta, riesce a sposare agricoltura e turismo. Puntare sul settore vitivinicolo significa non solo valorizzare delle eccellenze ingaune come Pigato, Rossese di Campochiesa, Vermentino, Granaccio, Ormeasco e via dicendo, ma anche creare nuovi posti di lavoro. Il Comune, anziché organizzare stanche manifestazioni senza riscontro, dovrebbe aiutare gli imprenditori agricoli ad aprire punti vendita, di assaggio, di degustazione nel centro storico, organizzare eventi che valorizzano i vini, organizzare percorsi di visita e promozione del territorio e delle cantine. Invece niente, nemmeno per i 50 anni di Sagralea c’è stato qualche evento di rilievo organizzato dagli assessorato di Passino e Vio. Gli imprenditori non vanno lasciati soli, ma per farlo servono idee e competenze che, questa giunta, ha dimostrato di non avere”, ha concluso Ciangherotti.

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