Lettera al direttore

Identità

Siamo affreschi ma non vogliamo restare freschi

palazzo sisto

Buongiorno Sig.ra Sindaca,

siamo i resti degli affreschi del Resio rimasti dopo la definitiva demolizione della chiesa di San Antonio da Paola a Villapiana e Le scriviamo insieme ai Verdi per porLe alcune questioni.

Ella ci può trovare all’angolo fra via Torino e via Tripoli alzando gli occhi verso il muro e dando la schiena al mare. Siamo certamente poca cosa rispetto al patrimonio culturale cittadino, di cui Ella si cura tutti i giorni e lo valorizza fra folle plaudenti e gaudenti e senza oneri per il Comune però vorremmo chiederLe una cortesia innanzitutto potrebbe venire a trovarci subito poiche’ siamo un po’ preoccupati del nostro stato di conservazione perche’ da sempre siamo esposti alle intemperie.

Dopo potrebbe recarsi in visita al quartiere, stando sempre molto attenta a non urtare i bidoni della spazzatura spesso traboccanti di materiale non ritirato o a non calpestare sporcizia sparsa per strada poiche’ l’assessore Santi, che vive nel quartiere , è convinto che sia in atto un complotto contro la Sua Giunta ma in realtà possiamo testimoniare dal nostro modesto punto di osservazione che la spazzatura nella zona dilaga veramente.

A questo punto, insieme alle folle “clamanti”, che la seguono e la fermano” Le consigliamo un breve passaggio prima al palazzo di via Piave angolo giardini di via Trincee ,che costituisce uno dei capolavori di Liberty cittadino e che è abbandonato e a rischio per la conservazione.

Poi Le consigliamo una visita a Villa Cambiaso ,dove si potranno trovare importanti testimonianze culturali oltre ad associazioni, che vi hanno trovato sede e svolgono una intensa attività.
Mentre visita la villa dia pure una piccola occhiata alla nuova chiesa di San Francesco da Paola, che conserva alcune antiche opere presenti un tempo nella vecchia chiesa demolita.

Poi si rechi alla cappella Balbi, che le faremo aprire con gli affreschi del Ratti ed infine passi in via verdi a vedere le decorazioni di inizio novecento su un palazzo per capire come anche un quartiere operaio poteva esprimere una volontà culturale e di riscatto sociale.

Indi faccia un giro per il quartiere guardando i palazzi ottocenteschi e novecenteschi con i loro disegni e bovindi a testimonianza di una fierezza popolare, che stava emergendo.

Poi rientri pure con la folla dei suoi elettori e delle sue elettrici aumentati nel frattempo a vista d’occhio a Palazzo Civico e davanti a loro compia quell’ atto che da tempo molte persone sperano: si dimetta ed impedisca a Savona di precipitare sempre di piu’ nel cemento,nel bitume e nel carbone.

Danilo Bruno e gli affreschi del Resio di via Tripoli

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