Brutale pestaggio

Accusato di aver aggredito e spinto in mare in Darsena un pakistano: assolto

L'episodio risaliva al 2013: la vittima era stata spaventata con un cane, picchiata e poi spinta in acqua

savona dall'alto panorama darsena notte

Savona. La sera del 25 ottobre del 2013 un cittadino pakistano quarantenne, Arshid Mehmood, era stato aggredito e picchiato violentemente da un gruppo di persone per poi essere spinto nelle acque del porto di Savona, nella zona di Calata Sbarbaro in Darsena. Un episodio per il quale, dopo le indagini della polizia, in due, Roberto Rosso, del ’74, e Roberto Bertone, classe ’82, erano stati accusati di essere tra gli autori del pestaggio.

Rosso aveva patteggiato quattro mesi di reclusione, mentre Bertone (che era difeso dall’avvocato Paolo Brin) aveva preferito essere giudicato con il rito ordinario e, questa mattina, il processo a suo carico si è chiuso con una sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto. Nel corso del dibattimento, infatti, non sono emersi elementi utili a chiarire il suo coinvolgimento nel pestaggio.

Bertone era accusato di lesioni personali aggravate visto che la vittima aveva rimediato una frattura scomposta delle ossa nasali e diverse escoriazioni per una prognosi complessiva di trenta giorni.

Secondo quanto ricostruito dai poliziotti, quella sera, il gruppo di amici se l’era presa con Mehmood, che all’epoca lavorava nel ristorante indiano “Sahalimar” di via Giacchero, per futili motivi (sembra per una sigaretta negata). L’aggressione era stata molto violenta: il cittadino pakistano era stato prima spaventato dal cane rottweiler che era al guinzaglio di uno degli italiani, poi colpito in faccia e infine spinto in mare (uno degli aggressori gli aveva anche tenuto la testa sott’acqua).

Erano stati alcuni passanti, tra cui una poliziotta fuori servizio, a soccorrere e salvare lo straniero che, tra l’altro, non sapeva nuotare e rischiava di annegare.

leggi anche
polizia notte
Cronaca
Savona, pakistano picchiato e gettato in mare: al vaglio le immagini della videosorveglianza

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.