Nuovo capitolo

Udienza Tirreno Power: ambientalisti tutti ammessi come parti civili, spuntano i primi “pazienti zero”

Colpo di scena, tre malati hanno chiesto di essere ammessi come parti civili: "Convinti dell'esistenza di un nesso di causalità tra le patologie e le emissioni della centrale"

Alcev e Medicina Democratica in presidio davanti al tribunale

Savona. Sei associazione ambientaliste (Greenpeace, Medicina Democratica, Legambiente, Uniti per la salute, Wwf e Anpana) e il Ministero dell’Ambiente oggi, nonostante la ferma opposizione dei legali degli imputati, sono state ammesse come parti civili nel procedimento per disastro ambientale e sanitario relativo alla centrale termoelettrica Tirreno Power di Vado Ligure. Il vero colpo di scena di oggi, però, è stato rappresentato da tre nuove richieste di costituzione di parte civile (poi respinte dal gup Francesco Meloni) avanzate da un malato di cancro e dai famigliari di due persone stroncate da un tumore, rappresentati dall’avvocato Vito Anobile.

Una mossa a sorpresa che, di fatto, anticipa una delle argomentazioni chiave dell’indagine sui presunti danni provocati dalle emissioni del sito di Tirreno Power: l’esistenza di un “paziente zero”, ovvero la possibilità di individuare una persona che si sia ammalata proprio a causa della centrale vadese.

Le persone che questa mattina hanno fatto richiesta di ammissione di parte civile sono convinte dell’esistenza di un nesso di causalità tra le emissioni della centrale e l’insorgenza di una patologia tumorale: “I miei assistiti – si tratta appunto di un malato e degli eredi di due pazienti che invece sono stati uccisi da una dorma tumorale -sono persone che vivono nel territorio tra Vado e Noli, quella che è stata individuata come l’area di ricaduta della centrale. Noi siamo convinti di poter dimostrare che esiste un nesso di causalità tra i tumori e la centrale. Ci ripresenteremo in dibattimento con la richiesta di costituzione di parte civile” conclude l’avvocato Anobile.

Questa mattina, infatti, il gup Meloni ha respinto la richiesta ritenendo che, ad ora, non ci sia certezza che le patologie lamentate dalle persone assistite dall’avvocato Anobile possano essere poste in relazione alle emissioni della centrale (anche i pm hanno espresso dubbi in questo senso).

Chiuso il capitolo relativo alle parti civili, l’udienza preliminare è proseguita con la discussione che si concluderà però il prossimo 12 aprile quando toccherà ai legali dei 26 imputati (tra cui i vertici aziendali di Tirreno Power) prendere la parola.

L’esito dell’udienza di oggi è stato accolto con soddisfazione da Giovanni Durante, portavoce della Rete Savonese Fermiamo il Carbone: “Oggi è un gran giorno. Le associazioni ambientaliste sono state ammesse al processo Tirreno Power come soggetti costituiti di parte civile, è stata riconosciuta dal giudice la rilevanza del lavoro svolto in tutti questi anni. Abbiamo grande fiducia nel lavoro della Magistratura, e questo è un passo importante per la strada della verifica di una verità giudiziaria”.

Alle sue parole fanno eco quello di Stefano Milano, esponente della Rete Savonese Fermiamo il Carbone: “Oggi in Tribunale fior di grandi avvocati di Tirreno Power hanno provato a denigrare le associazioni ambientaliste (definite ‘senza sedi sul territorio’, e ‘costuitesi dopo i fatti’) per evitare che si potessero costituire parte civile nel processo. La divisione nell’aula era netta: da una parte persone pagate per provare oggi a svilire associazioni di cittadini e per sostenere l’insostenibile, ovvero che il carbone non inquina; dall’altra cittadini e comitati che invece di denaro ne hanno speso tanto (120.000 euro) per far emergere il danno sanitario. Il Giudice ha invece accolto le richieste delle Associazioni, che – ricordatevelo, anche per il tempo a venire – con il loro impegno hanno salvato molte, molte vite umane.
C’è ancora giustizia in Italia”.

Sempre questa mattina, anche l’Alcev, l’associazione dei lavoratori della centrale vadese, rappresentata dall’avvocato Carmen Brignone come parte offesa nel procedimento, ha organizzato un presidio fuori dal tribunale a margine del quale il legale ha annunciato il deposito di una petizione al Senato: “Chiederemo audizione per includere i lavoratori che abbiano prestato o prestino attività in unità operative che comprendono parti sottoposte a sequestro cautelare penale, in ragione del paventato disastro ambientale e sanitario, che si trovino licenziati con le previsioni di ammortizzatori sociali non in grado di accompagnarli alla pensione”.

“Avendo Medicina Democratica partecipato attivamente alla fase delle indagini preliminari per l’apertura del processo, quest’oggi l’ordinanza di ammissione viene letta come una prima vittoria nel difficile percorso per l’affermazione della verità e della giustizia per tutta la popolazione interessata” sottolinea il referente savonese di Medicina Democratica Maurizio Loschi.

“Per tale motivo Medicina Democratica ha dato, e darà, il proprio supporto alla cittadinanza colpita dall’inquinamento della centrale Tirreno Power e a breve proporrà un’iniziativa pubblica tersa ad informare la popolazione dell’andamento processuale e dell’eventuale possibilità di tutelare nelle sedi opportune i diritti e gli interessi delle persone offese” conclude Loschi.

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