La sentenza

Albissola, spettacoli in piazza della Concordia troppo rumorosi: residenti vincono causa con il Comune

Le perizie avevano accertato che i decibel erano dalle 3.5 alle 10 volte superiori al valore limite di tollerabilità

piazza della concordia

Albissola Marina. Si è chiusa la causa tra il Comune di Albissola Marina e i proprietari dell’appartamento di piazza della Concordia che avevano portato in tribunale l’amministrazione lamentando l’eccessivo rumore prodotto dagli spettacoli allestiti durante l’estate nella piazzetta. Il giudice ha dato ragione proprio ai residenti di piazza della Concordia, rappresentati dall’avvocato genovese Santo Durelli, che dovranno essere risarciti dal Comune.

La sentenza, che contiene regole importanti di valenza generale, potrebbe essere “pilota” ed essere applicata anche in situazioni analoghe. La querelle tra le due parti era anche sfociata, a luglio dello scorso anno, in una protesta “silenziosa”, in cui il pubblico aveva ironizzato sulla faccenda esibendo cartelli con riportata la scritta “applausi”. La questione, come sottolineato dai promotori della causa, però era ben più ampia rispetto al semplice rumore prodotto dal battito delle mani: l’inquinamento acustico infatti derivava anche dai suoni degli spettacoli e dalle operazioni di allestimento del palco.

Nella sentenza, infatti, si fa riferimento ai diritti costituzionali, che sono riconosciuti come inviolabili dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo: il diritto “al normale svolgimento della vita familiare – recita la sentenza del Tribunale di Savona – all’interno della propria abitazione e il diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiane”.

A favore dei residenti di piazza della Concordia c’è l’esito delle perizie secondo cui il rumore misurato (sia durante gli spettacoli, sia durante le operazioni di montaggio e smontaggio del palco) all’interno dell’appartamento, era dalle 3.5 alle 10 volte superiore al valore limite di tollerabilità (3 decibel oltre il rumore di fondo). Un frastuono così alto “da impedire – si legge ancora nella sentenza – una normale conversazione”.

L’esposizione a un rumore di questa portata, oltre a ledere diritti costituzionali e inviolabili dei residenti, rende quindi inadeguata l’abitazione allo svolgimento della vita personale e familiare, causando inoltre “frustrazione – scrive ancora il giudice – per l’impossibilità di ottenere una risposta al proprio disagio, in assenza di risposte adeguate da parte dell’ente preposto alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini”. Prima di rivolgersi ad un legale e fare causa, i proprietari si erano già lamentati con il Comune chiedendo una riduzione della rumorosità, ma senza trovare una soluzione.

Il Tribunale di Savona ha imposto al Comune di limitare il numero degli spettacoli “rumorosi” (non dovranno essere più di cinque al mese, mentre prima erano una quindicina, e con termine entro le 23) ed a concentrare le operazioni di allestimento e smantellamento del palco tra le 9 e le 14 e tra le 16 e le 20 e non più a fine spettacolo come avveniva in precedenza. Inoltre il giudice ha condannato il Comune a risarcire i danni e pagare le spese legali e peritali.

L’amministrazione del sindaco Gianluca Nasuti ha già impugnato la sentenza: la prossima primavera si terrà la prima udienza in appello. “Di questa sentenza contestiamo il merito – spiega il primo cittadino – non si può pensare di spegnere una piazza in cui si tengono spettacoli per bambini e presentazioni di libri che, tra l’altro, si sono sempre concluse entro gli orari indicati dalla stessa sentenza. Al di là del fatto che si tratta di attività culturali da tutti indicate come di altissimo livello, non si parla di impedire lo svolgimento di concerti o serate con musica da discoteca. Il pronunciamento non ci impedisce di fare attività, ma limita le serate ad un numero molto vicino a quello che ci eravamo già dati come limite per quieto vivere (non più di due alla settimana e mai nel week-end e mai spettacoli musicali). Alla luce della sentenza saremo forse costretti a tagliare due o tre serate rispetto a quelle svoltesi quest’estate, ma con qualche accorgimento tecnico dovremmo riuscire ad avere una stagione simile all’ultima”.

“Al di là del fatto che avremo comunque una programmazione, riteniamo che il principio sottolineato dalla sentenza non possa trovare accoglimento in questi termini. Il problema spesso è il rapporto che sussiste tra i residenti e le ‘esigenze’ del turismo. Qui siamo all’opposto: i turisti per i quali organizziamo gli eventi se la prendono per il rumore prodotto da uno spettacolo per bambini o dalla presentazione di un libro. Che tra l’altro, ripeto, finiscono sempre piuttosto presto. In attesa del secondo grado chiederemo la sospensione della sentenza. Che tra l’altro, e qui sta il paradosso, consente di fare tutto, ma entro certi orari”.

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