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Albenga, oltre mille persone per l’ultimo saluto a Simone Canetto. La mamma: “Ora veglierà su di noi” fotogallery

Il fratello Matteo: "Oggi non celebriamo il suo funerale, ma la sua vita"

Albenga. “Oggi non celebriamo il funerale di Simone, ma la sua vita”. Sono queste le parole, rotte dal pianto, pronunciate da Matteo Canetto, fratello maggiore del piccolo Simone, scomparso mercoledì mattina, in seguito ad un grave incidente avvenuto sull’Aurelia Bis (leggi qui).

E le parole di Matteo, grazie all’affetto dei parenti, degli amici e dei conoscenti, si sono tramutate in realtà di fronte alla cattedrale San Michele, dove oltre mille persone hanno preso parte questo pomeriggio per l’ultimo saluto ad un ragazzo di Albenga, ad un giovane capitano di calcio (militava nel Ceriale).

Una manifestazione di amore, di amicizia e di vicinanza forte, grande, al punto che, alla fine del funerale, cori, musica e applausi sono riusciti a rompere il silenzio surreale durato circa un’ora prima dell’ingresso e all’interno della chiesa, intervallato solo da lacrime e singhiozzi. C’erano anche numerose compagini calcistiche locali, oltre ovviamente al Ceriale Juniores al gran completo, tutti in divisa, i compagni di scuola dell’alberghiero ma anche tanti coetanei albenganesi che, benché magari non legati a Simone da un rapporto di amicizia vero e proprio, sono rimasti stregati e conquistati da quel sorriso sincero che lo contraddistingueva.

Nella cattedrale silente sono risuonate forti le parole della mamma del giovane, del fratello, della fidanzata e degli amici: “La vita di Simone era contraddistinta da tante speranze, sogni, progetti e passioni, come la cucina e il calcio – ha detto la mamma – Gli dicevo spesso di andare piano in macchina e mi rispondeva sempre di ‘stare tranquilla’. Ora veglierà su di noi, non lo dimenticheremo mai”

Toccanti le frasi pronunciate nell’omelia dal parroco don Ivo: “Cosa c’è da dire davanti alla morte di un ragazzo di 20 anni? Volevo non parlare proprio ad un certo punto, ma la mia voce oggi è la voce di tutti i presenti, è l’abbraccio mio e di tutti coloro che vogliono bene a Simone. In questi giorni ho incontrato alcuni amici di Simone e gli ho chiesto come fosse il suo cammino nella fede e mi hanno risposto ‘Come quello di un ragazzo di 20 anni. Una frase bellissima”.

“Io non l’ho conosciuto personalmente, ma da come me lo hanno descritto gli amicizie per certo che i suoi sogni, le sue speranza, i suoi progetti, il suo desiderio di rendere orgogliosa la sua famiglia non sono scomparsi. Aveva un amore per la vita che traspariva dal suo sorriso è che vive ancora oggi. Credo e spero di poter condividere con voi questa certezza anche nel dolore di questi giorni. Simone non ha perso nulla di tutto questo: l’amore che dai e ricevi resta sempre con te, e nemmeno l’arroganza della morte può strappartelo via. Sogni progetti e speranze sono con lui davanti a Dio e quindi in qualche modo ci siete anche voi davanti a Dio: il vostro amore per Simone lo accompagnerà per sempre. E lui, la sua presenza, aiuterà voi, sarà la vostra forza, un animo di bontà che vi accompagnerà nel cammino della vita”.

Al termine, fuori dalla chiesa, i compagni del Ceriale Juniores, da un soppalco, hanno stretto la fascia di capitano di Simone e uno striscione con scritto “Ciao Simone, guerriero 98. Capitano per sempre” e hanno intonato cori di incoraggiamento per il loro capitano, il loro amico. Tanti palloncini i biancoazzurri (i colori del Ceriale Calcio) sono stati lasciare liberi di volare verso il cielo, accompagnati dalle note della canzone “Il Ballo di Simone”.

“Simone dice che è molto semplice e lui queste cose le sa. Batti in aria le mani e poi falle vibrar”, recita il ritornello della canzone e gli amici, ancora una volta si sono fidati di Simone, e prima della partenza della salma per l’ara crematoria di Bra, gli hanno dedicato un infinito, scrosciante applauso.

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