Circonvenzione d'incapace

Accusato di aver incassato maxi parcella e di aver comprato a 100 euro un’auto d’epoca: l’ex sindaco di Alassio Melgrati assolto

La presunta vittima era Ada Pace, nota per essere stata la prima donna pilota a vincere nelle competizioni automobilistiche degli anni '50 e '60

alfa spider melgrati

Alassio. Secondo l’accusa aveva approfittato della fragilità e dell’infermità di una ricca novantenne, Ada Pace, nota con il nomignolo di “Sayonara” e per essere stata la prima donna pilota a vincere le più importanti competizioni automobilistiche degli anni 50 e 60, per raggirarla. Per questo motivo l’ex sindaco di Alassio Marco Melgrati era finito a giudizio davanti al tribunale di Torino per circonvenzione d’incapace. Un’accusa che questa mattina è caduta dopo la pronuncia di una sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste.

La Procura di Torino contestava a Melgrati di aver incassato una parcella da 70 mila euro per un progetto di ristrutturazione di un albergo a due passi dal lungomare di proprietà della signora Pace e di aver anche acquistato dall’anziana un’Alfa Romeo Giulietta Spider del 1966 (nella foto) del valore di 35 mila euro pagata il prezzo simbolico di 100 euro. Operazioni che, per l’accusa, l’ex primo cittadino della città del Muretto aveva concluso approfittando appunto delle condizioni della signora Pace (scomparsa all’età di 92 anni nel novembre del 2016 all’ospedale di Rivoli).

“L’assoluzione è stata accolta ovviamente in modo molto positivo e ringrazio l’avvocato Franco Vazio che mi ha assistito durante il processo, ma questa volta era davvero impossibile che mi condannassero. Si tratta del ventinovesimo processo in cui vengo assolto, ma mai come oggi ero sereno, consapevole di aver avuto a che fare con un’amica e di aver operato con lei in maniera giusta e cristallina”.

Assoluzione, dunque, per Marco Melgrati perché il fatto non sussiste e il diretto interessato non ha nascosto la sua soddisfazione in merito nel raccontare dal suo punto di vista i fatti che hanno portato alla sentenza di oggi: “Conoscevo Ada Pace da tantissimi anni e non eravamo legati solo da rapporti lavorativi, bensì da un’amicizia vera. Sarò andato almeno una trentina di volte a trovarla nella sua casa di Avigliana e siamo anche andati spesso a pranzare assieme sul lago. Lei mi ha affidato alcuni lavori di progettazione relativi ad un immobile situato ad Alassio e, nello specifico, io ho lavorato a tre progetti: il primo progetto è stato approvato con convenzione urbanistica approvata dall’allora giunta Avogadro e lei avrebbe solo dovuto pagare gli oneri e ritirare il progetto; il secondo, invece, per il recupero di un seminterrato; il terzo, infine, per la progettazione di un’autorimessa in terrazza per 250 metri quadri. Si trattava di lavori complessi per i quali peraltro io non avrei nemmeno voluto essere pagato da Ada, ma avrei atteso la vendita dell’immobile per farmeli pagare dall’acquirente. È stata la stessa Pace, però a telefonarmi e a insistere e a quel punto le ho preparato una notula da circa 50mila euro che lei mi ha pagato tramite bonifico. In sostanza: ho fatto il mio lavoro e sono stato semplicemente pagato per questo”.

“Per quanto riguarda l’auto, invece, un’Alfa Romeo Giulietta Spider del 1966, si è trattato semplicemente di un regalo e se avessi voluto estorcere qualcosa ad Ada avrei sicuramente optato per altro. Basti pensare che lei voleva regalarmi una Ferrari Dino 246 GT, dal valore molto più elevato, ma io ho rifiutato. Sono da sempre appassionato dei modelli Spider e per quello ho accettato l’Alfa Romeo e sono stato io stesso a chiedere l’intervento di un notaio per regolarizzare il passaggio di proprietà della vettura in questione che, peraltro, non ho praticamente quasi mai usato e sulla quale ho dovuto fare diversi lavori, essendo ormai ferma da anni. Trattandosi di un regalo abbiamo scelto una cifra simbolica: 100 euro” conclude Melgrati.

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