Attacco

Regione Liguria, il movimento L’Altra Liguria si scaglia contro la decisione di esporre il crocifisso in aula consiliare

"Lo Stato è laico e laiche devono essere le istituzioni che lo rappresentano sul territorio"

Sedi istituzionali e palazzi del governo

Regione. “La Regione decide di esporre il crocefisso in aula consiliare, ufficialmente in quanto ‘Simbolo universale di libertà, uguaglianza e tolleranza’, dimenticando però che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine indipendenti e sovrani, come recita l’Art. 7 della Costituzione”.

L’attacco diretto all’amministrazione regionale porta la firma del movimento L’Altra Liguria, che, per voce dei coordinatori Antonella Marras e Danilo Zannono, ha criticato la decisione.

“Lo stato è laico, – hanno proseguito, – e laiche devono essere le istituzioni che lo rappresentano sul territorio, forse sarebbe utile ricordarlo anche alle opposizioni che sul voto si sono astenute. Questa sterile esposizione di simboli, che richiamerebbero i valori della cristianità, non impediscono alla giunta comunale di centrodestra di decidere, su iniziativa dell’assessore Garassino, di schedare i mendicanti, un provvedimento che di carità cristiana non ha davvero nulla”.

“La giustificazione é che si tratterebbe di un’informativa utile per il Prefetto che potrà così verificare se tra i nominativi vi siano richiedenti asilo. In realtà sembra un metodo vagamente intimidatorio per controllare il territorio, soprattutto ricordando che lo stesso assessore aveva minacciato di prendere a calci i ragazzi ospitati nel, purtroppo famoso, asilo di Multedo se li avesse sorpresi a mendicare”.

“Inserendo questa triste pagina nel periodo pre natalizio, c’è da chiedersi dove finiscano la pietà e la misericordia di tradizione cristiana che queste giunte utilizzano come bandiera, il dubbio che sia solo ipocrisia è piuttosto forte. Quello della schedatura dei mendicanti è infatti un provvedimento inaccettabile, che colpisce i poveri cacciandoli sempre più nella clandestinità e nell’emarginazione, tipico esempio della politica dello scarto contro cui si scaglia spesso Papa Francesco, massima espressione della cristianità”.

“Certamente tra i tripudi di luci, tappeti rossi e lucidature di facciata,  i poveri, magari immigrati, che chiedono ospitalità, un aiuto e un po’ di umanità potrebbero sporcare e rovinare il clima festaiolo, e il fatto che la festa natalizia celebri la nascita in terra straniera di un povero rifugiato, fuggito da violenze e persecuzioni non sembra turbare il sonno a questi difensori della cristianità. Nascesse oggi Gesù non avrebbe neanche diritto alla cittadinanza. Non c’è che dire, un bel modo per ricordare le tradizioni cristiane”, hanno concluso da L’Altra Liguria.

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