Fine di un incubo

Processo Savona Calcio, lo sfogo di Martino dopo l’assoluzione: “Sentenza che restituisce onorabilità”

L'ex assessore comunale è pronto a denunciare Pesce: "Dovrà rispondere in sede penale e civile della sua decisione di chiamarmi in causa"

Savona. “La fine di un incubo iniziato oltre cinque anni fa”. Così l’ex assessore comunale allo sport Luca Martino ha commentato la sentenza di assoluzione arrivata ieri mattina per la nota vicenda del Savona Calcio. Un’inchiesta nella quale Martino era rimasto coinvolto proprio alla luce del suo ruolo di amministratore a Palazzo Sisto che lo aveva portato a fare parte del cda della società sportiva tra il luglio del 2009 e quello 2011.

Oggi che tutte le accuse contro di lui (la Procura inizialemnte gli contestatava un concorso in bancarotta fraudolenta, bancarotta semplice e malversazione) sono cadute, Martino, oltre ad un peso, ha deciso di togliersi anche più di qualche sassolino: “La sentenza di ieri restituisce a me la piena onorabilità e alla nostra amministrazione il riconoscimento della piena correttezza dei nostri comportamenti in questa brutta vicenda”.

Alla luce dell’esito del processo sul fallimento del Savona Calcio, l’ex assessore ha annunciato l’intenzione di voler denunciare il suo “accusatore”, ovvero l’allora presidente del Savona Calcio Andrea Pesce: “Quella di chiamarmi in causa e di accusarmi di corresponsabilità assolutamente inverosimili è stata una decisione scellerata e per altri versi inspiegabile – scrive lo stesso Martino nella nota diffusa ai media -. Di tale comportamento ripeto che Pesce, che tutto il dibattimento ha disvelato come un mentitore seriale, dovrà rispondere in sede penale e civile. La calunnia è un reato odioso, perché lede volontariamente l’onorabilità di una persona. L’onorabilità per qualsiasi persona è un bene prezioso, naturalmente per chi svolge funzioni pubbliche è un requisito indispensabile”.

“In questi anni mi sono chiesto tante volte per quale ragione mi ha tirato dentro. L’unica spiegazione che mi sono dato è che possa essere stato per una sorta di risentimento per l’atteggiamento che avevamo assunto davanti ai comportmaneti non corretti da parte della società sportiva. Basta rileggersi i quotidiani di quei giorni per ritrovare con nettezza queste valutazioni in ogni mia dichiarazione o atto” spiega Martino.

L’ex assessore ricorda bene l’inizio di quell’incubo: “Iniziò appunto una mattina di cinque anni fa, quando aprendo il giornale di fronte al caffè al bar appresi di essere indagato per la vicenda del fallimento del Savona calcio. Ricordo che fin dal primo istante il sentimento prevalente fu un senso di irrealtà, dal momento che ormai da qualche tempo una parte importante del tempo nel mio lavoro in Comune era purtroppo dedicato a ogni iniziativa possibile per tutelare il bene pubblico rispetto ai molteplici elementi di scorrettezze e di presunti illeciti che emergevano da parte della gestione della società sportiva”.

“La sentenza ha accertato ciò che ho affermato da sempre e cioè non solo che non mi si potevano attribuire corresponsabilità di nessun tipo rispetto alla condotta illecita della dirigenza del Savona calcio, ma che non mi si poteva imputare in nessun modo né un’insufficiente vigilanza né tanto meno un’inerzia rispetto ai fatti che in quelle settimane emergevano. Al contrario ho ottemperato con estremo rigore ai miei doveri di amministratore pubblico, mettendo in essere ogni possibile atto volto a tutelare la pubblica amministrazione e il bene pubblico appena mi è stato possibile, sulla base della conoscenza o anche solo della percezione di fatti e comportamenti non corretti da parte della società sportiva. Ricordo di averlo fatto non solo con molta determinazione, ma anche con un elemento di forte risentimento politico nei confronti dei dirigenti del Savona Calcio, perché come assessore allo sport ritenevo gravissimo che a fronte dei tanti e generosi atti che l’amministrazione mise in atto per sostenere l’attività sportiva della società, si fossero assunti comportamenti che andavano a danneggiare la pubblica amministrazione e la città, oltre che naturalmente a pregiudicare la stessa attività sportiva” prosegue Martino.

L’ex assessore comunale non nasconde l’amarezza per il danno di immagine subito e, per la prima volta, ammette senza giri di parole che il coinvolgimento nell’inchiesta sul Savona Calcio fece “saltare” l’ipotesi della sua candidatura alle Regionali nel listino di Raffaella Paita: “Non ci fu una mancanza di fiducia nei miei confronti, ma ovviamente venne fatto un ragionamento sul fatto che, davanti ad un’eventuale condanna, per la legge Severino la mia nomina sarebbe decaduta”.

“La mia onorabilità è stata messa in discussione non solo da quell’indagine, ma da una campagna politica e mediatica di strumentalizzazione, parte di una più vasta operazione di denigrazione di una stagione di governo dell’amministrazione di centrosinistra. Resta naturalmente l’amarezza per essere stato coinvolto, attenuata dal sostegno che non è mai mancato dei tanti che conoscendo i fatti o il sottoscritto non mi hanno mai fatto mancare affetto e vicinanza” aggiunge Martino.

“Ringrazio il mio partito, il Pd che ha sempre avuto una posizione chiara, confermata dalle parole del segretario Vigliercio. Ringrazio Franco Vazio che oltre che assistenza professionale impeccabile, mi ha offerto in questi mesi in ragione di un rapporto di amicizia di vecchia data un supporto prezioso. Mi piace infine consegnare questa brutta vicenda a tutti coloro che, pur fra dubbi e angosce, continuano ad aver fiducia nella giustizia e di vedere da essa riconosciute le loro buone ragioni” precisa l’ex assessore comunale che confessa di aver ricevuto anche messaggi di vicinanza da avversari politici che “mi hanno fatto molto piacere”. “Chi mi ha chiamato? Ne cito uno che è Piero Santi”.

Proprio il segretario del Pd Savonese Roberto Arboscello ha commentato così la sentenza: “Nel pieno rispetto nel lavoro e dell’autonomia della magistratura credo sia sempre opportuno non commentare le vicende giudiziarie, ma lasciare che, come deve essere, sia il tribunale a scrivere le sentenze. Oggi possiamo dire che Luca Martino è stato giudicato estraneo ai fatti contestati, ad accuse molto gravi per qualsiasi persona, ma ancor più per un amministratore pubblico. Questo non può che rendermi sereno e felice sia dal punto di vista personale, nei confronti di Luca, sia da quello politico, per quanto riguarda l’estraneità a fatti gravi da parte di chi allora era un amministratore Pd”.

Infine uno sguardo al futuro: “La politica è una passione che non passa mai e che si fa anche senza avere ruoli” premette Martino che aggiunge: “Mi sento parte di una responsabilità politica che ha perso il Governo della città ed ha fatto vincere una compagine che oggettivamente non lo meritava. Per questo ora voglio dare una mano ad avviare un nuovo ciclo amministrativo. Adesso, che sono libero da questa ombra, voglio aiutare il Pd di Savona”.

La parola ricandidatura Luca Martino non la usa mai, ma è chiaro che, da oggi, è lecito aspettarsi che torni a partecipare con nuova linfa all’attività del Partito Democratico cittadino: “Voler dare una mano non significa rivincita o riproposizione, ma aiutare ad aprire un nuovo ciclo” ribadisce l’ex assessore comunale.

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