Sanità

Piano sanitario, Viale: “Mantenimento di tutti gli ospedali e riapertura dei pronto soccorso”

Il dibattito in Consiglio regionale, l'assessore risponde alle minoranze: "Abbiamo strutturato l'integrazione ospedale-territorio"

consiglio regionale disabili

Liguria. Questa mattina in Consiglio regionale è ripresa la discussione sul nuovo piano sociosanitario 2017-2019. L’assessore alla sanità Sonia Viale ha replicato agli interventi della minoranza, illustrando le tappe legislative che hanno preceduto l’elaborazione del piano: la “governance” di sistema, con il mantenimento delle cinque Asl e il coordinamento di A.Li.Sa.; l’integrazione ospedale-territorio, con l’istituzione della figura del direttore sociosanitario e la realizzazione dei DIAR (Dipartimenti Interaziendali Regionali), e la riforma del sistema di autorizzazione accreditamento che, grazie ad ALiSa, ha dato omogeneità ad un settore dove vigevano regole diverse a seconda delle Asl.

“Il Piano sociosanitario – ha sottolineato – è un atto di programmazione che non contiene atti di organizzazione, che competono ad altri strumenti che sono una conseguenza del Piano sociosanitario”. Viale ha sottolineato l’approccio diverso del Piano sociosanitario 2017-2019 rispetto a quello precedente, che era stato elaborato dalla giunta di centro sinistra: “Stiamo parlando di due modi diversi di affrontare i temi principali dei sistemi sanitari regionali. Da un lato – ha specificato – abbiamo visto la chiusura di ospedali, la chiusura di pronto soccorso e la trasformazione in punti di primo intervento, invece in questo Piano sociosanitario vi è il mantenimento di tutti gli undici presidi ospedalieri e, anche perché non era possibile sopportare quel tipo di impostazione, la riapertura di alcuni pronto soccorso”.

L’assessore ha sottolineato, inoltre, che come nel precedente Piano non era prevista nell’organizzazione territoriale la parte rete territoriale, ossia non veniva dettagliata dove veniva fatta la singola Casa della Salute perché, per legge, il Piano sociosanitario individua le linee di programmazione e la rete ospedaliera.

“L’altra novità importante – ha aggiunto – è aver centrato l’obiettivo sul tema dell’integrazione ospedale-territorio. L’assessore ha sottolineato che molti sindaci hanno condiviso questa diversa impostazione del piano relativa all’integrazione ospedale-territorio: lì sta la vera sfida, – ha aggiunto – cioè nella trasformazione da un piano ospedalocentrico in un piano che vede, come priorità, l’integrazione ospedale-territorio, attraverso strumenti che non abbiamo individuato nel Piano sociosanitario, ma li abbiamo già individuati nella legge di riforma, ossia la figura del direttore sociosanitario e i DIAR. Chi chiede al Piano delle risposte che, per legge, non può dare – ha ribattuto – fa solo dialettica politica, ma perde di vista gli strumenti giuridici che devono essere utilizzati per affrontare un sistema complesso come quello della sanità”.

L’assessore ha, quindi, ricordato alcuni aspetti qualificanti del documento fra cui la riqualificazione del consultorio familiare, il “Meglio a casa”, le cure palliative, le cure domiciliari, l’appropriatezza e l’attenzione alle malattie rare e ha rilevato che anche al tema della prevenzione sono dedicati ampi spazi. Rispetto alle critiche su eventuali tagli al personale, Viale ha ricordato il concorso per infermieri, che permetterà a breve di assumere alcune centinaia di operatori.

“Il Piano – ha aggiunto – dà la visione di come fare per affrontare i problemi, fotografa le linee di azione per risolvere i problemi”. Secondo Viale “la sfida vera, in cui mi sento sfidata come amministrazione, è proprio nell’attuazione del Piano”.

In Consiglio regionale Fabio Tosi (Mov5Stelle) è intervenuto chiedendo conferma all’assessore alla sanità Sonia Viale sul blocco degli atti di programmazione delle asl liguri da parte di ALiSa avvenuto, secondo alcune notizie di stampa, nei giorni scorsi e su alcuni emendamenti presentati dalla giunta oggi in aula che riguardano, fra l’altro, un ruolo diverso per l’emergenza nell’ospedale di Rapallo rispetto alla versione originaria del Piano.

Gabriele Pisani (Mov5Stelle) ha avanzato perplessità sulle audizioni delle associazioni in commissione, che non avrebbero evitato il successivo malcontento manifestato in aula la settimana scorsa dagli operatori del settore disabili. “Questo Piano ha un indirizzo vago, a tratti astratto senza un cronoprogramma chiaro e preciso” ha aggiunto Pisani. “Non riusciamo a cogliere il tentativo di migliorare l’offerta del servizio sanitario. Si comprendono – ha detto – solo le buone intenzioni, che non possono che essere condivisibili, ma non individuiamo gli elementi che renderanno davvero competitiva la sanità ligure. Questo Piano – ha concluso – rappresenta una grande occasione persa per la nostra regione”.

Andrea Melis (Movimento 5 Stelle) ha dichiarato che in questo piano non si riesce ad intravedere nulla di “realmente fattibile e misurabile”. Il consigliere ha quindi criticato le modalità ed i criteri con i quali verranno effettuate le privatizzazioni che, a suo avviso, avrebbero senso soltanto se racchiuse nell’alveo che tende a puntare all’eccellenza e al miglioramento del servizio. Non è accettabile, secondo Melis, che si agisca per mere ragioni economiche. Per quanto riguarda il settore disabilità, il consigliere ha ricordato che c’è una grande platea di persone che attende soluzioni, “ma – ha ribadito – si continua a monitorare la situazione senza trovare soluzioni reali”.

Luca Garibaldi (Pd) ha criticato il Piano, che ha “una sostenibilità economica incerta, non definita nei numeri” e – ha aggiunto – che apre ai privati in maniera indiscriminata. Il consigliere ha ribadito che il documento non affronta in maniera concreta il nodo della riduzione delle liste d’attesa e delle fughe sanitarie fuori Liguria. Il consigliere si è soffermato in particolare sull’Asl 4 e sull’ospedale di Rapallo, sottolineando che sul futuro del nosocomio la maggioranza procede per tentativi con continui aggiustamenti rivelando l’assenza reale di programmazione.

Francesco Battistini (Rete a sinistra&liberaMENTE Liguria) ha esordito dichiarando: “E’ difficile fare una replica in aula quando dalla maggioranza non è arrivata nessuna osservazione alle nostre relazioni di minoranza, critiche sul Piano”. “Nel Libro bianco ci sono dati che non sono stati usati in questo Piano» ha aggiunto il consigliere rilevando che in quel documento venivano segnalate carenze di personale a cui il Piano non avrebbe dato risposta: “Nel Piano c’è solo un programma di tagli e non c’è nemmeno chiarezza per indicare dove si andrà a tagliare. In realtà si taglierà non sui dirigenti, che anzi sono cresciuti, ma sul personale operativo in cui, invece, si dovrebbe spendere e investire per avere un servizio migliore”. Battistini ha rilevato, infine, che non c’è programmazione nelle scelte effettuate: “E’ un piano – ha concluso – da buttare nel cestino”.

Sergio Rossetti (Pd) ha dichiarato: “Mi associo alla difficoltà di parlare in replica in assenza di una discussione da parte dei colleghi del centro destra e credo che questo silenzio sia causato da un evidente imbarazzo”. Rossetti ha criticato ALiSa: “Doveva essere un soggetto di programmazione che avrebbe dovuto sciogliere i nodi, invece complica la vita delle Asl”. Rossetti ha rilevato, inoltre, i forti ritardi con cui viene pagato il fatturato delle aziende, che sono costrette a ricorrere a prestiti e pagare, così, interessi bancari. Il consigliere ha criticato la riorganizzazione delle autorizzazioni e degli accreditamenti per il mondo delle disabilità e ha chiesto di stralciare questa partita dal Piano.

Valter Ferrando (Pd) ha ribadito che era auspicabile superare le 5 Asl che, sommate alle aziende ospedaliere e ad ALiSa, salgono a dieci. “Questo significa, considerando tutti i dirigenti per ciascuna Asl, – ha spiegato – un aggravio di spesa di oltre 2 milioni di euro che avrebbero potuto essere impiegati per assumere infermieri, operatori socio sanitari e anche qualche medico”. Rispetto al nuovo ospedale agli Erzelli, il consigliere ha espresso perplessità sulla creazione al suo interno un polo oncologico ad alta complessità, che si sovrapporrebbe a quello già esistente al San Martino Irccs e ha chiesto l’inserimento di una clausola di salvaguardia che preveda, una volta realizzato il nuovo polo agli Erzelli, l’utilizzo delle maestranze degli altri più piccoli ospedali del ponente genovese, che saranno inevitabilmente superati.

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