Rosso pistacchio

Natale 1985

"Rosso Pistacchio" è la rubrica al femminile di IVG: ogni martedì si parla di donne con Marzia Pistacchio

Rosso Pistacchio

“Rosso Pistacchio” è la rubrica di Marzia, che ama definirsi “una truccatrice struccata”. Uno spazio al femminile dal taglio volutamente “leggero” in cui parlare a 360 gradi di tutto ciò che ruota intorno alle donne. In salsa savonese, naturalmente.

Rosso Pistacchio

Natale 1985

Caro Babbo ti scrivo, così mi distraggo un po’.
Mi chiedo, caro Babbo, se certe peculiarità natalizie del Natale nella mia famiglia un giorno si affievoliranno, oppure se tu possa intervenire perché, caro Babbo, certe abitudini sono obiettivamente insopportabili. Vuoi qualche esempio?

IL REGALO TAROCCO
Mi devi spiegare, caro Babbo, perché io ti chiedo Barbie fiori di pesco, e ricevo Tanya fior di lillà, ti chiedo Sbrodolina, e mi mandi Sbrodolona, ti chiedo lo Spumone, e mi mandi lo Spumino. Devi sicuramente avere dei problemi di comunicazione nel tuo staff, io controllerei il tasso alcolico degli zabaione che bevono i tuoi elfi, oppure hai anche tu problemi economici come mamma e papà, e allora non hai che da dirlo e io mi accontento. Tanya non è poi così male, i capelli vengono via dopo due spazzolate, e ha la faccia fatta strana, ma non ti preoccupare, Babbo, la crisi è dura, lo capisco.

IL TORRONE
Perché ostinarsi a mantenere il torrone come dolce natalizio per eccellenza quando metà della famiglia ha perso i denti in età puberale? Un bel budino? Una crema inglese? Un bounette?
No, noi ci ostiniamo con quella specie di zeto di marmo di carrara mischiato al caramello che, non per niente, viene rotto a fine pasto con il martello, perché il torrone porta bene, ed è un dolce da veri uomini.
Da lì in poi inizia una gara millenaria tra ruminanti, una epopea titanica. Il nonno è ancora lì che succhia il suo quadratino di torrone dal 1980.

IL PACCO DA GIU’
Caro Babbo, non è Natale senza il pacco da giù.
Il pacco arriva i giorni prima di Natale e consiste in una scatola di cartone della Standa, fasciata con lo scotch da pacchi marrone, e legata poi con lo spago.
Il pacco usualmente contiene:
1 caciocavallo (ammuffito per metà, ma papà sosterrà che basta togliere la parte verde con il coltello. Ne rimarrà una fetta sola)
5 salsicce (piccantissime, ma questo necessita un capitolo a sé)
1 terrina di: zampa di maiale (setolosa), musetto di maiale (sembra quasi sorrida), codina di maiale (a ricciolo, troppo carina), immersi nella propria sugna. Una bontà.
1 formaggio coi vermi (attenzione! lo lasciate in cucina e potreste ritrovarlo in camera da letto, o potrebbe persino bussare alla porta dei vicini, i vermi, si sa, sono socievoli)
10 arance grosse come la testa di mio cugino. Obiettivamente buone. Provenienza: Casale Monferrato.

IL TAVOLO DEI BAMBINI
Caro Babbo Natale, noi in famiglia siamo tanti, e siamo anche molto ospitali. A Natale si sposta il divano, si prende la tavola coi cavalletti dal garage, se necessario si monta anche un ponteggio provvisorio sul terrazzo, ma non si lascia nessuno senza posto a tavola. Noi bambini finiamo però nel tavolo più sfortunato, con le ginocchia in bocca e lo straccio a quadrettoni al posto della tovaglia.
Ma c’è un modo per meritare il passaggio di stato, la promozione definitiva, l’upgrade assoluto:

IL RITO DI INIZIAZIONE
Natale è il momento perfetto in cui capire se un componente della famiglia merita di essere considerato tale oppure è destinato all’esposizione al pubblico ludibrio sulla roccia degli inetti. Il metodo è semplice: se il fanciullo regge alla masticazione e alla deglutizione di una fetta di salsiccia piccante, allora sarà meritevole e degno di stima. Poco importa se persino gli adulti lacrimano come dopo una puntata di Dallas, il candidato dovrà sopportare e mostrare di gradire, solo allora potrà di diritto passare al tavolo degli adulti.
Solo uno su mille ce la fa, caro Babbo, gli altri verranno relegati ancora per un anno al tavolo dei bambini, nutriti col cibo degli ultimi: pasta al pesto e, al massimo, cima alla genovese.

Non lo so, caro Babbo, se tu su queste cose puoi intervenire, ma se non puoi, non importa, la mia famiglia in fondo va bene così.
Se puoi, però, non cambiare la faccia di mamma quando arriva a casa con le dita sporche di brillantini e tra le mani una letterina comprata in cartoleria. Mi chiede di scriverti, e forse vorrebbe farlo lei che era bambina quando mi ha avuto, e non so quante letterine abbia potuto scrivere.
Non cambiare papà, che compra sempre il regalo all’ultimo e sicuramente farà impazzire qualche commessa.
Non cambiare la mia sorellina, che mi stringe la mano tutta la notte perché ha paura di vederti, e allo stesso tempo ne ha tanta voglia.
Non cambiare il sapore dei piatti che sono sulla nostra tavola, perché sanno di casa e radici e, anche per questo, spesso bruciano come le lacrime.
Non cambiarmela questa famiglia ingombrante e chiassosa, sempre con la bocca piena e il portafoglio vuoto, va bene così, caro Babbo, va bene tutto.
Quasi tutto.
Tanya fa schifo, Babbo. Portami la Barbie vera, dai!!

Marzia.

“Rosso Pistacchio” è la rubrica al femminile di IVG, ogni martedì a cura di Marzia Pistacchio: clicca qui per leggere tutti gli articoli

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