Come fai sbagli

L’assurdo valzer delle scuole aperte o chiuse, tra paradossi e odissee

In Valbormida scuole aperte ma senza insegnanti, a Savona "attività sospese" ma senza bidelli, polemiche a Finale e nell'albenganese

gelicidio allerta meteo liguria

Provincia. “Sapete se le scuole domani sono aperte o chiuse?”. Ecco la domanda da un milione di dollari, che ogni volta puntuale giunge alla redazione di IVG. Posta dieci, venti, cento volte da altrettanti lettori di tutta la provincia. E’ il classico “balletto” che si verifica tutte le volte che viene diramato un allerta meteo.

Ogni sindaco decide in base alla sua specifica situazione e, in generale, qualunque decisione prenda sbaglia: di solito quando chiude e il giorno dopo pioviggina, ma anche quando come oggi tiene aperto e si espone al rischio di vedere i suoi concittadini bloccati per la strada. Il problema, però, è che l’intero sistema ha una criticità di fondo: ogni Comune fa storia a sé quando il territorio, in realtà, è strettamente interconnesso a livello di viabilità. E spesso la propria scuola non è “sotto casa”: basta pensare ad istituti specialistici, come ad esempio un Alberghiero, che “raccolgono” studenti da bacini geografici molto vasti.

E così ci si ritrova con una serie di paradossi: chi ha le scuole aperte ma senza insegnanti, chi le chiude ma costringe gli operatori scolastici ad andarci lo stesso, chi “scopre” di dover chiudere alle 9 di sera e non può più farlo, chi viene costretto a chiudere quando vorrebbe tenere aperto. E chi approfitta del marasma per diffondere bufale nella speranza di “saltare”.

CHI TIENE APERTO FINISCE SOTTO ACCUSA. In Valbormida ad esempio le scuole erano aperte, ma il blocco della A6 e del Cadibona ha impedito a molti insegnanti ed alunni di raggiungere gli istituti: “Quasi nessuno è andato, alcuni non sono neanche riusciti ad uscire di casa – racconta uno dei rappresentanti del Patetta di Cairo – Altri sono dovuti tornare indietro perché le corriere non sono passate. Se questa non è una motivazione per tenere chiuse le scuole e far stare al caldo e al sicuro gli alunni, non so cosa lo sia…”.

Polemiche simili sono giunte un po’ da tutta la Valbormida, dove oggi viaggiare era davvero complicato a causa del ghiaccio. I sindaci si difendono in coro: “Abbiamo avuto qualche difficoltà ma nessuna criticità grave – spiega Paolo Lambertini di Cairo – I bambini sono tutti in classe al caldo ed è garantito anche il servizio mensa”. “Il livello arancione stranamente era solo sulla costa, e insieme agli altri sindaci della valle abbiamo deciso di non chiudere – gli fa eco Franco Bologna, Carcare – D’altronde il pulmino funzionava e non ci sono stati problemi, se non per chi arrivava da fuori”.

Roberto Molinaro di Cosseria e Pietro Pizzorno di Millesimo spiegano: “Quando si dice che le scuole sono aperte non significa che tutti debbano venire. Sta al buon senso delle persone. Chi è impossibilitato può stare a casa. E’ solo un modo per garantire un servizio a chi deve comunque andare a lavorare e non saprebbe dove lasciare i figli”. A Murialdo, ad esempio, i bambini sono arrivati, ma gli insegnanti no: “La scuola é stata aperta calda ed accogliente come sempre – racconta il sindaco Ezio Salvetto – Purtroppo le insegnanti non sono arrivate ed il Comune, anche se non gli competeva, ha riportato i bambini a casa. Se ci sono stati disservizi é responsabilità dell’istituto comprensivo, non nostra”.

CHI VUOLE CHIUDERE E NON PUO’. A Finale Ligure il sindaco Ugo Frascherelli è finito sul banco degli imputati per la decisione di tenere aperto. Una scelta figlia di un allerta che inizialmente era giallo, ed è stato innalzato ad arancione solo in serata. “Leggo che sarebbe stato troppo tardi per avvisare i genitori (che però tenevano d’occhio tutti i canali d’informazione – scrive un lettore – e perché le scuole sono comunque sicure. Non ne dubito, ma mi domando se le strade che portano gli alunni alle scuole lo siano…”.

L’allerta è virata da giallo ad arancione alle 21.21 di ieri sera – spiega Frascherelli – Diramare a quell’ora ordinanza di chiusura scuole avrebbe avuto come inevitabile conseguenza che non tutte le famiglie e gli alunni sarebbero stati informati. Gli edifici scolastici finalesi, che ospitano oltre 1000 studenti nel complesso, sono sicuri e dotati di piano di protezione civile. Ciò che è da evitare è l’assembramento delle persone per le strade. Chiudere le scuole ieri sera avrebbe avuto come conseguenza quella di esporre i ragazzi al rischio di trovarsi in strada, trovando la scuola chiusa, senza assistenza“. Domani, invece, le scuole di Finale saranno chiuse: “Non per il meteo – precisa Frascherelli – ma per i danni alle linee elettriche che non garantiscono la presenza di corrente domani”.

CHI NON VUOLE CHIUDERE E VIENE OBBLIGATO. E’ il caso di tre Comuni: Casanova Lerrone, Garlenda e Ortovero. I tre sindaci avrebbero tenuto aperto, ma hanno dovuto desistere: “Siamo stati contattati dalla dirigenza scolastica – racconta Michele Volpati di Casanova – che ci ha comunicato che, essendo chiusa la sede di Albenga, non avrebbe potuto garantire il regolare svolgimento delle lezioni in caso, ad esempio, di assenza di qualche insegnante. Una situazione del genere è al limite del ridicolo“.

“Gli anni scorsi questo problema non c’era mai stato, e spero non si ripeta più – tuona il sindaco – A breve chiederò incontro con la direzione didattica per risolvere questa ridicola situazione. Da Albenga, che ha problematiche ben diverse dal nostro entroterra, non può dipendere la chiusura delle nostre scuole. I nostri Piani di Emergenza, adottati dai singoli comuni, non prevedono chiusura scuole con allerta arancione; e peraltro nei ‘bacini piccoli’, come il nostro, l’allerta prevista era gialla. Una vera presa per i fondelli”.

CHI CHIUDE PER TUTTI, MA NON PER IL PERSONALE. C’è un ultimo paradosso: spesso chi decide di tenere chiuso non ordina la vera e propria “chiusura” ma soltanto la “sospensione delle attività didattiche”. Tradotto, se i ragazzi possono evitare di andare a scuola c’è chi lo deve fare comunque: gli operatori scolastici. E così anche qui si registrano vere odissee, con alcuni di quelli che una volta chiamavamo “bidelli” a chiedere a IVG quali strade sono transitabili o meno, perchè arrivano da lontano e anche se la scuola “è chiusa” loro ci devono andare lo stesso. Un assurdo, a pensarci: se va bene si recano a presidiare una struttura vuota, se va male (come accaduto a diversi oggi) restano impantanati con l’auto in una lastra di ghiaccio da qualche parte.

TRA L’ASSURDO E L’UTOPIA CI SONO LE BUFALE. Ma un po’ tutta la gestione delle allerte pare una commedia dell’assurdo: da un lato i sindaci messi in trincea a “sbagliare comunque”, dall’altro il valzer delle informazioni che rende febbrili i pomeriggi. Una dinamica distorta in cui in mezzo alle comunicazioni ufficiali prosperano le “bufale” messe in giro dagli studenti con la speranza di saltare un giorno in più. A volte ci cascano persino i portali nazionali (oggi è accaduto a Studenti.it); più spesso basta uno screenshot nelle chat di WhatsApp a scatenare il caos, come quello di oggi che ritraeva un fantomatico SMS del Comune di Savona. In passato c’è addirittura chi ha postato articoli vecchi di tre anni spacciandoli per freschi, grazie a sapienti screenshot.

Sarebbe bello invece avere un sistema univoco e chiaro che permetta ad ogni cittadino, fin da subito, di sapere automaticamente quali scuole saranno aperte. E soprattutto la ragionevole certezza di poterci arrivare: una certezza che una volta era scalfita solo dai disastri più imprevedibili, mentre oggi è infranta da pochi centimetri di ghiaccio. Ma questa è un’altra storia…

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.