Savona. Una pesante tegola per il destino dei cantieri navali savonesi: sono in corso da questa mattina da parte dei militari della Guardia di Finanza di Savona, su delega della Procura, una serie di perquisizione e sequestri emessi nei confronti della MondoMarine e di parte dei soci, amministratori e consulenti dell’azienda.
Truffa, bancarotta, falso in bilancio, ricorso abusivo al credito mediante la presentazione di fatture per operazioni inesistenti e distrazione di somme dalla contabilità aziendale: queste le ipotesi di reato contestate nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura savonese.
Le operazioni, tuttora in corso, interessano i cantieri e gli uffici di Savona, Pisa e Milano, ed hanno portato al sequestro di diversa documentazione aziendale utile alle indagini e al vaglio degli organi inquirenti, che stanno scandagliando tutte le operazioni e transazioni finite nel mirino dell’inchiesta. Le perquisizioni sono state originate da una serie di denunce presentate da alcuni clienti che sostengono di essere stati truffati.
Un provvedimento che arriva nel pieno della crisi di MondoMarine, con i lavoratori e le lavoratrici che stanno occupando da diversi giorni il sito produttivo savonese: il 6 dicembre doveva essere presentato il concordato preventivo per scongiurare lo spettro del fallimento. Il concordato non è arrivato, ma il tribunale savonese, preso atto dell’interesse di un soggetto (Palumbo Group Shipyard) all’affitto del ramo d’azienda, ha rinviato tutto al 19 dicembre. Ora bisognerà capire come questa indagine potrà cambiare gli scenari.
Certamente, l’indagine su soci, amministratori e consulenti dell’azienda, arriva al culmine di una pesante crisi che ha investito lo storico cantiere navale savonese, alle prese con una difficile vertenza sindacale e con un arbitrato giudiziale di difficile soluzione. Non un fulmine a ciel sereno per i lavoratori e le lavoratrici del cantiere, che avevano messo pesantemente sotto accusa il management e la gestione aziendale complessiva di MondoMarine.