Chiarimento

Italiana Coke, l’ad Cervetti scrive ai dipendenti: “Lavoriamo a ciclo continuo, segnali incoraggianti”

La situazione industriale e finanziaria di Italiana Coke e l'esecuzione del piano concordatario

italiana coke

Cairo Montenotte. Dopo le notizie, talvolta contrastanti, uscite in queste ultime settimane su Italiana Coke, l’amministratore delegato Paolo Cervetti ha scritto ai dipendenti “sulla situazione industriale e finanziaria di Italiana Coke, sull’esecuzione del piano concordatario, presentato due anni fa e omologato definitivamente a inizio 2017, sui rischi che gravano sull’azienda e – in conseguenza – sul nostro lavoro e su quello dei nostri partner/fornitori”. L’intenzione è quella di ribadire ancora una volta il grande impegno nel lavoro: “Stiamo facendo tutto il possibile, ogni giorno, a ciclo continuo come lo sono i nostri forni. E ci sono, finalmente, segnali incoraggianti.”

La lettera premette che “il piano industriale, presentato due anni orsono, è immutato, viene semplicemente adattato alle mutevoli situazioni dei mercati e si basa su azioni articolate ma tese sostanzialmente a ripristinare la piena produzione e a vendere il nostro coke – che continua ad essere apprezzato da clienti di tutto il mondo – con volumi crescenti e i migliori margini possibili” sottolineando, inoltre, come ciò consenta non solo di assicurare la continuità e l’espansione dell’attività, ma anche il progressivo pagamento dei debiti concordatari.

Cervetti prosegue descrivendo gli strumenti finanziari individuati in linea con il concordato di continuità: “il prestito di lungo periodo del MISE, il Ministero dello Sviluppo Economico – dovuto in ragione di investimenti di miglioramento ambientale effettuati e già operativi da tempo, insieme con un contributo a fondo perduto di circa 1,6 milioni di euro – e il mantenimento del sostegno degli istituti bancari per lo sconto delle fatture di vendita.” Le banche che hanno aderito alla continuità, specifica l’ad, “sono in attesa della definizione dei tempi certi per l’erogazione del prestito MISE per completare il percorso con la firma dei patti paraconcordatari e per delineare eventuali iniziative di facilitazione per Italiana Coke, che, pur non essenziali per la continuità, potrebbero costituire un acceleratore del piano di risanamento e contribuire al miglioramento ulteriore dei conti.”

Il testo sottolinea poi le mosse realizzate per completare “le attività previste dal piano e altre, più complesse perché richiedono l’intervento di molte parti, che sono in itinere secondo processi ben definiti e condivisi verso gli obiettivi nei modi e tempi previsti.” E descrive quanto già realizzato nel 2017: “Abbiamo ceduto asset non più strategici (il Terminal Rinfuse Genova) incassando il relativo prezzo; vinto alcuni importanti contenziosi, evitando esborsi o garantendo i relativi incassi; definito un modello di fornitura con importanti trader che consente il regolare approvvigionamento di carbone in navi di grande taglia (e quindi minori costi unitari); istituito il nuovo deposito doganale per lo stoccaggio del carbone, con minore necessità di capitale circolante; individuato e reso operativo uno strumento finanziario che elimina i rischi di cambio (comperiamo il carbone in dollari, ma vendiamo molto del coke in euro, e una variazione negativa dei tassi poteva comportare perdite significative); ridefinito le qualità (e i costi) del prodotto in funzione dei diversi mercati che serviamo, iniziato una più intensa attività commerciale per recuperare i volumi persi nel tempo, anche a causa della crisi europea, aperto nuovi mercati: il nostro coke viene oggi esportato in molti paesi, anche lontani, e il 65% della produzione è a destinazione estera; instradato progetti di vendita per elevati tonnellaggi annuali onde assicurare uno sbocco sicuro alla maggior produzione in programma; garantito il mantenimento e l’utilizzo delle linee di sconto degli istituti bancari; fatto ripartire gli investimenti, tra i quali la copertura del parco carbone di Bragno; iniziato il percorso di incremento degli sfornamenti giornalieri; chiuso i recenti bilanci delle società controllate, TAFS e Funivie, in equilibrio; infine, partecipato ai bandi per il rilancio industriale della Valbormida, recentemente riconosciuta come “Area di Crisi complessa” e probabile beneficiaria di strumenti di supporto, anche finanziari.”

A colleghe e colleghi Cervetti ribadisce che è “in completamento, con il pagamento dei premi di produzione 2014 a voi tutti, previsti con il cedolino di Gennaio 2018, il rimborso del 100% del debiti privilegiati. E che “il contributo di ognuno è non solo apprezzato, ma fondamentale; anche per questo, a dimostrazione tangibile, è iniziato un dialogo con le organizzazioni sindacali per ripristinare i premi di produzione per il periodo 2018-2021.”

L’amministratore delegato conclude sottolineando come “le interazioni con tutti i nostri riferimenti, in primis i creditori e gli istituti finanziari che hanno aderito alla nostra proposta e tutte le amministrazioni pubbliche, sono improntate alla comune consapevolezza che la Società sta progressivamente uscendo da un periodo difficile e che è di importanza capitale per tutti, quale sia l’interesse o il ruolo ricoperto, la sua prosecuzione e la sua prosperità.” E si dice certo che “saremo, tutti insieme, in grado di superare gli ostacoli che si frappongono da qui al pieno ripristino della normalità aziendale. Vi assicuro che stiamo facendo tutto il possibile, ogni giorno, a ciclo continuo, come lo sono i nostri forni. E che ci sono, finalmente, segnali incoraggianti.”

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