Svolta clamorosa

Giallo della violenza sessuale ad Alassio, la presunta vittima ha ammesso di aver inventato tutto

Il procedimento a carico dell’albenganese S.E. si avvia verso l’archiviazione

Carabinieri Alassio arresto spaccio droga
Foto d'archivio

Alassio. Ha del clamoroso l’ultimo sviluppo della triste vicenda che vede coinvolti l’albenganese S.E., operaio ventiseienne residente a Campochiesa, e una diciannovenne alassina. L’avvocato del ragazzo Antonio Marino, infatti, ha fatto sapere che la presunta vittima, attraverso il suo legale, l’avvocato Garassino del foro di Savona, ha dichiarato che la versione da lei fornita inizialmente è falsa.

Una novità che scompagina completamente le carte in tavola: il procedimento a carico del 26enne ingauno ora si avvia verso l’archiviazione e, allo stesso tempo, si apre la strada verso l’accusa di calunnia nei confronti della diciannovenne che potrebbe partire dal pm nelle prossime ore o comunque essere presentata dal legale del ragazzo albenganese.

“Sono sollevato, – ha ammesso Marino. – Il quadro complessivo non poteva che condurre verso questa svolta che, in ogni caso, non elimina in alcun modo la gravità dell’accusa iniziale e, anzi, proietta un alone di curiosità e mistero sulle motivazioni che hanno spinto la ragazza a fare tutto ciò. Ora si impone, attraverso un procedimento penale per calunnia, una verifica accurata delle ragioni materiali e psicologiche che possono aver indotto la giovane ad accusare proprio questo ragazzo”.

La vicenda, che risale a una quindicina di giorni fa, era partita proprio con una denuncia depositata dalla ragazza che, piena di tagli e ferite su tutto il corpo, si è presentata dai carabinieri accusando l’operaio di tentata violenza sessuale.

Il giovane, che ha passato in stato di fermo una notte in caserma e le 35 ore successive nella sezione protetta del carcere di Sanremo e si è dovuto difendere da accuse gravissime (lesioni gravi, violenza sessuale e violenza privata aggravata) era stato rimesso in libertà dopo l’interrogatorio davanti al sostituto procuratore Vincenzo Carusi.

“Tra il mio assistito e la giovane c’è stato solo un approccio via Instagram da parte di lei, ma senza alcuna corrispondenza e qualche incontro alla presenza di terze parti, ma mai nemmeno un dialogo. Ora attendiamo che la Giustizia faccia il suo corso”, ha concluso Marino.

Tanti, infatti, i lati oscuri ancora da chiarire. Le ferite da arma da taglio sul corpo della giovane, refertate dal personale medico dell’ospedale di Albenga e oggetto di denuncia ai carabinieri, potrebbero essere state autoinferte, ma solo in parte. Alcuni dei tagli, infatti, sembra siano stati trovati in zone del corpo difficilmente raggiungibili dalla ragazza, che potrebbe quindi essere stata “aiutata” da un terzo soggetto oppure effettivamente aggredita da qualcun altro.

Sulla questione si è espressa anche la famiglia della giovane alassina: LEGGI QUI.

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