Il personaggio

Ex allievo del Falcone di Loano ora architetto internazionale: l’incontro con gli studenti

La storia del giovane architetto Marco Bersano, in visita all'Istituto loanese: "Coraggio, impegno e dedizione per raggiungere i propri sogni"

Loano. Il 20 dicembre Marco Bersano, giovane architetto originario di Albenga, classe 1984, ex allievo dell’Istituto Falcone di Loano in cui si è diplomato geometra nel 2005, è tornato nella sua scuola superiore per raccontare la sua esperienza professionale agli allievi delle classi quarte e quinte del corso “Costruzioni, Ambiente e Territorio”.

Marco si è diplomato nel 2005 proponendo alla Maturità il progetto di una villa che già mostrava in embrione la sua passione per l’architettura. Tetto con volta a botte e rivestimento in rame. Cura dei dettagli e passione per lo studio dei materiali: il tutto illustrato attraverso un pregevole plastico con cui conquistò la commissione esaminatrice indicando quella che sarebbe divenuta la sua strada.

Il tema ricorrente della sua vita, ha tenuto a sottolineare, è stato “su e giù”, ovvero la successione di salite, di risultati positivi e di riconoscimenti e poi di inevitabili discese per riprendere dal basso con nuove sfide. Così è stato il passaggio dall’istituto superiore all’Università e poi, in maniera ancora più accentuata, quando con una laurea magistrale in architettura in mano ha deciso di lasciare la sua nazione per orizzonti più ampi. Andare in un posto più lontano avrebbe significato lasciare il pianeta Terra…..dalla sua cara Liguria, ammaliato dalle atmosfere sfumate del sol levante, ha acquistato un biglietto di sola andata per la capitale del Giappone: Tokio.

Portando nello zaino decine di copie del proprio curriculum vitae, senza preoccuparsi per la lingua praticamente sconosciuta, parlando un inglese scolastico, iniziò a presentarsi nei principali studi di architettura chiedendo di poter dimostrare le sue capacità. Ben sei studi diedero risposta positiva, tra cui quello in cui lavorò dal 2011 al 2014, lo studio dell’architetto Arata Isozaki, uno dei maestri dell’architettura giapponese e mondiale degli ultimi decenni.

Sue alcune delle opere più visionarie e innovative del mondo, tra cui la Allianz Tower, di Milano, in cui anche Marco collaborò, curando, tra l’altro, dal Giappone i rapporti tra lo studio e i referenti in Italia che seguivano la realizzazione dell’opera. Anni di lavoro duro in un posto lontano anni luce dalla sua Italia, per tradizioni, mentalità, usanze. Settimane trascorse progettando, senza quasi dormire, conoscendo molte persone dalle grandi capacità che hanno indicato a Marco molti punti di vista insospettati dell’architettura rappresentarono un momento di grande crescita professionale e umana. Ed ecco però un altro momento di svolta. Dal sol levante all’oltre Manica per entrare nel team di un altro grandissimo: Norman Foster, uno dei massimi esponenti dell’architettura high-tech. Ecco altre sfide, con una maggiore consapevolezza e maturità. Alcuni dei progetti su cui fu impegnato occupano pagine delle maggiori riviste di architettura come l’Apple campus di Cupertino o Keruen 2 Mixed Use, Astana (Kazakhstan), grande centro commerciale e centro direzionale.

Ma le sfide non finiscono: ora Marco vuole camminare da solo ed ecco Afterexit Workshop, nome provocatoriamente ottimista dell’atelier di architettura aperto con un team internazionale con sede a Londra e a Savona. Lo studio si occupa di progetti che trattano riqualificazioni in scala urbana fino a ville private a livello europeo e mondiale, portando avanti una ricerca progettuale che trae ispirazione dagli spazi non convenzionali, dal gioco di luce e ombra e dalle innovazioni nei materiali e tecniche costruttive.

Per due ore Marco ha ammaliato i suoi giovani uditori, allievi del Falcone, con le sue esperienze e i suoi sogni, sottolineando continuamente che per volare bisogna prima di tutto volere, e poi con coraggio, impegno, dedizione e costanza i risultati non possono che arrivare.

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