Nuovo assetto

Carige non è più la banca dei liguri? Nell’aumento di capitale gli azionisti storici si smarcano

Il 120% dei titoli hanno cambiato padrone. Per sottoscrivere l'aumento di capitale c'è tempo fino al 6 dicembre

Banca Carige

Liguria. Banca del territorio? Forse non più, almeno stando all’andamento dell’aumento di capitale. Ora, con il procedimento di cessione dei diritti di opzione, si sta modificando l’assetto dei suoi azionisti: infatti, la stragrande maggioranza dei suoi piccoli investitori erano liguri e genovesi, circa il 70%.

Con la chiusura del termine, per i soci, per esercitare i propri di diritti di opzione sulle nuove azioni che saranno emesse per arrivare all’aumento di capitale di 560 milioni (di cui 60 a servizio della conversione in obbligazioni), si è chiarito che di fatto tutti i diritti sono stati ceduti.

La parabola discendente seguita da opzioni e diritti nelle ultime sedute ha praticamente azzerato il valore del capitale pre-aumento: i circa 830 milioni di azioni e diritti che erano in mano ai vecchi soci valgono oggi meno di 9 milioni di euro. L’ultima seduta di trattazione dei diritti si è chiusa con una serie di scambi vorticosi con oltre 1 miliardo di pezzi passati di mano (il 120% dei titoli) mentre il valore dei diritti si è approssimato a zero (-0,70% a 0,0012 euro). Ad acquistare i diritti sono stati soprattutto fondi di investimento.

Questo significa che chi sottoscriverà l’aumento, a parte i grandi azionisti e lo stesso ad Fiorentino (come ha sottolineato più volte), non saranno i soci storici della banca, quegli uomini e donne, in gran parte genovesi e liguri, che per secoli l’hanno supportata.

Intanto anche le azioni (-0,99% a 1 centesimo) si sono allineate al prezzo di sottoscrizione dei nuovi titoli. A questo punto la banca vale i 500 milioni di euro che verranno iniettati. Nel caso in cui l’aumento vada a buon fine.

Ieri, sull’aumento di Carige, l’intervento di Consob. Il presidente Giuseppe Vegas ha risposto in un’audizione alla Camera alle questioni presentate dai piccoli azionisti e ha affermato che “con il modello di rolling, ovvero il pagamento a due giorni, ha consentito di agevolare la partecipazione e non ci sarebbero stati problemi di vendita”.

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