Loano. Svolta nelle indagini sull’episodio avvenuto l’altra sera a Loano all’interno di una garage sotterraneo, nei pressi dell’Aurelia, che ha provocato il ferimento di un albanese di 23 anni, Rodeo Sinjari, residente a Toirano, raggiunto da un proiettile di pistola ad una gamba. Secondo i carabinieri il giovane avrebbe volontariamente fornito una falsa ricostruzione dell’accaduto, simulando un’aggressione, per nascondere la propria presenza all’interno di un garage utilizzato come deposito di armi e droga.
I militari, al termine degli accertamenti investigativi, hanno arrestato nella notte per detenzione di armi e droga tre persone: un italiano di 48 anni, Mauro Silvestri, affittuario del garage, un altro cittadino albanese di 34 anni, Nelson Pisha, che aveva disponibilità di utilizzo del box, e lo stesso Sinjari.
I riscontri della scientifica, l’analisi delle telecamere e le testimonianze raccolte dai militari, hanno permesso di individuare il garage dove è stato esploso il colpo di pistola: all’interno, ancora semi aperto, è stata rinvenuta una pistola con silenziatore (quella che ha ferito Sinjari) con le relative munizioni ed un consistente quantitativo di marijuana, circa 5,4 kg.
I carabinieri hanno inoltre avviato perquisizioni che per tutta la notte hanno interessato sia gli arrestati sia le persone in qualche modo a loro vicine per frequentazioni, che hanno permesso di sequestrare circa 20.000 euro in contanti probabilmente frutto dell’attività di spaccio della droga trovata nel garage.
Sulla base delle indagini condotte dai carabinieri, è scattato l’arresto anche per l’abanese rimasto ferito dal colpo di pistola, ora piantonato all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure dove è stato operato a seguito del ferimento alla gamba. La prima ricostruzione fornita dal 23enne mostrava evidenti incongruenze, poi risolte con i riscontri successivi: il giovane, infatti, aveva raccontato di essere stato colpito da uno sconosciuto, allontanatosi poi a bordo di uno scooter, mentre era seduto su una panchina sulla via Aurelia. Una versione che, appunto, è stata smentita dagli accertamenti investigativi e dalle stesse immagini delle telecamere che non hanno mostrato alcun motociclo e tanto meno il giovane seduto sulla panchina, come aveva dichiarato in un primo tempo ai militari.
Accertamenti balistici (sulle armi sequestrate e sull’ogiva recuperata), biologici (sulle tracce rinvenute) e merceologici (in relazione alla composizione di alcuni materiali ritrovati) che verranno effettuati dai carabinieri del Ris di Parma, chiariranno ulteriormente un quadro probatorio già abbastanza definito agli occhi di inquirenti e Procura di Savona, con l’indagine coordinata dal pm Massimiliano Bolla. Ora, in relazione all’analisi balistica, si attendono conferme e ulteriori riscontri su chi possa avere maneggiato le armi all’interno del garage.