Dati e analisi

Rifiuti, nel savonese in calo la Tari (- 4,7%): cresce la raccolta differenziata

Ecco la rilevazione dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva

tari 2015
Foto d'archivio

Savona. 326 euro: a tanto ammonta la tassa annuale nel 2017 sui rifiuti urbani in Liguria, rispetto ai 300 euro di media nazionale. In testa Genova (378 euro), con un aumento del 7,4% sul 2016, quando costava 352. Diminuzione maggiore a Savona (344 euro), -4,7% rispetto al 2016.

Crescono i livelli di raccolta differenziata: nel 2016, dati ISPRA, siamo arrivati a livello nazionale al 52,5% (+5% rispetto al 2015), stabile lo smaltimento in discarica che nel 2016 si attesta al 25%. In Liguria si registra una percentuale di raccolta differenziata pari al 43,7% (+5,9 % rispetto al 2015).

Per quanto riguarda la produzione pro-capite di rifiuti, il savonese si attesta a 523 kg: per la differenziata la percentuale media provinciale è del 43,6%, seconda solo a La Spezia (50,3%).

E’ questo il quadro che emerge dalla annuale rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che per il decimo anno consecutivo ha realizzato un’indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia, prendendo come riferimento nel 2017 una famiglia tipo composta da 3 persone, con un reddito lordo complessivo di 44.200 euro ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. L’indagine completa è disponibile sul sito web www.cittadinanzattiva.it.

“Quest’anno la nostra indagine, che da più di 10 anni monitora l’andamento delle tariffe applicate al servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti urbani e fornisce informazioni utili alla cittadinanza, si inserisce in un contesto paradossale in cui molti Comuni hanno sbagliato il calcolo della spesa dovuta, nel passaggio da Tarsu a Tia, a Tares e quindi a Tari, determinando così una spesa molto più onerosa per alcune famiglie”, commenta Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva.

“Ancora più paradossale è che, dichiarato l’errore, si lasci comunque, come stabilito dalla recente Circolare del MEF, l’onere della ricostruzione dei calcoli corretti ai cittadini, che hanno già subito i danni degli errori, al fine di poter richiedere il rimborso delle somme indebitamente pagate. Chiediamo che quanto meno i Comuni diano sostegno alle famiglie nei calcoli di quanto effettivamente queste avrebbero dovuto pagare”.

A livello nazionale la Campania è la regione più cara (418 euro annui), il Trentino Alto Adige quella più economica (197 euro). L’incremento maggiore invece in Abruzzo (+6,5%), in particolare a Chieti dove la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti è salita a 338 euro rispetto ai 270 del 2016 (25,2%).

Confrontando i singoli capoluoghi di provincia, Belluno si conferma la città più economica (149 euro all’anno), mentre a Cagliari spetta il primato di più costosa (549 euro).

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