100 opere, 10 vittime

Quasi 100 opere “sparite” e 10 vittime: gallerista savonese accusato di truffa dai carabinieri

L'uomo si faceva consegnare le opere per venderle e poi non dava più notizie: un raggiro da 65 mila euro

Albisola Superiore. Appropriazione indebita, truffa e ricettazione. Sono le accuse delle quali deve rispondere un noto gallerista d’arte savonese, Lorenzo Zunino, 58 anni, residente nell’alessandrino, che nei giorni scorsi é stato denunciato a piede libero al termine di una complessa indagine portata avanti dai carabinieri della stazione di Albisola Superiore in collaborazione coi colleghi dell’aliquota dell’Arma della polizia giudiziaria della Procura di Savona e del nucleo investigativo del Comando provinciale.

Secondo quanto ricostruito dai militari, Zunino (che era anche un intermediario d’arte oltre che autore di cataloghi), grazie anche alla sua fama, negli ultimi mesi era riuscito a farsi consegnare in conto vendita un centinaio di opere. Una volta perfezionato l’affare però – questa la contestazione del pm Ubaldo Pelosi che ha coordinato l’indagine – spariva senza versare un centesimo del ricavato della vendita al proprietario (al quale aveva promesso di trattenere solo una percentuale a seconda del valore della transazione) e senza consegnare l’opera all’acquirente (tanto che in alcuni casi lo stesso pezzo veniva venduto due volte).

Dalle indagini dei carabinieri emerge che sono 99 le opere d’arte (tra quadri, tele, dipinti in acquerello e olio, ritratti in carboncino, vasi in terracotta, opere in ceramica, alzatine e statue) che Zunino si sarebbe fatto consegnare dalle vittime del raggiro per un valore complessivo stimato in circa 65 mila euro. Tutte opere di artisti prevalentemente liguri e piemontesi tra cui Mazzotti, Bossi, De Salvo, Mose’, Fabbri, Berzoini, Ruga, Porcù, Collina, Tinti e De Michelis.

lorenzo zunino opere truffa carabinieri

Le indagini sono partite alcuni mesi fa proprio dalla querela di una delle vittime che si è rivolta ai carabinieri di Albisola dopo che non aveva più avuto notizie di un’opera consegnata a Zunino. Da quel momento i militari hanno iniziato ad indagare sull’attività del gallerista e giorno dopo giorno sono emerse le prime anomalie come il fatto che l’uomo avesse una decina di utenze telefoniche diverse intestate a lui. In fase avanzata d’indagine i carabinieri si sono anche finti appassionati di arte e con l’intenzione di acquistare le opere, frequentando gallerie e mercatini dell’antiquariato, sono riusciti a raccogliere elementi utili a ricostruire il modus operandi del gallerista.

La settimana scorsa e poi scattato il blitz decisivo per incastrare Zunino: gli uomini dell’Arma si sono presentati nella sua casa di Acqui Terme, ma la svolta è arrivata grazie alla perquisizione di una seconda abitazione, della quale il gallerista cercava di nascondere l’esistenza, che si trovava sempre nell’alessandrino. Era in quell’alloggio, una sorta di vero e proprio “museo-galleria”, che i militari hanno trovato moltissime delle opere “sparite”. In tutto i carabinieri hanno recuperato 35 opere (che verranno riconsegnate ai legittimi proprietari) per un valore di circa 35 mila euro.

In tutto i militari hanno accertato che le persone offese sono dieci, quasi tutte over 60, tra cui anche la vedova del maestro Giovanni Tinti.

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