Pietra L. In primo grado, davati al tribunale di Savona, era stato condannato a nove anni e sei mesi di reclusione per estorsione aggravata per la vicenda delle case cooperative di via Crispi a Pietra Ligure. Nel processo d’appello Renato Gariano è stato però prosciolto per prescrizione per l’imputazione più grave e assolto per altre due (la moglie Silvana Colombo, che a Savona era stata condannata a sei anni e mezzo è stata invece assolta – perché il fatto non sussiste per alcuni capi e per non aver commesso il fatto per altri – da tutte le contestazioni di cui doveva rispondere).
I giudici genovesi hanno infatti derubricato il reato contestato a Gariano in violenza privata (secondo l’accusa aveva minacciato i soci delle cooperative pietresi chiedendo loro altri soldi per procedere con i lavori delle case) e, di conseguenza, sono intervenuti i termini della prescrizione. Di qui la sentenza di non doversi procedere che, di fatto, ha ribaltato il verdetto di primo grado. Una decisione contro la quale il pm Massimiliano Bolla ricorrerà in Cassazione.
Insieme a Gariano, ex presidente del Consorzio regionale cooperative ligure, e alla moglie, a Savona erano stati processati anche i tre ex presidenti delle cooperative edilizie finite al centro dell’inchiesta (Domus Uno, Alfa Casa e Toirano Uno), che però erano stati assolti da ogni accusa “perché il fatto non costituisce reato (i giudici non hanno ritenuto che per loro sia stata raggiunta la prova del dolo) e il direttore dei lavori del cantiere di via Crispi, per il quale è stata pronunciata una sentenza di non luogo a procedere per prescrizione.
Era stato proprio il collegio del tribunale savonse a riqualificare il reato contestato a Gariano in estorsione aggravata (inizialmente la Procura contestava la concussione).