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Inno d’Italia – L’Italia del mio cuor

bandiera italiana

Gli italiani sono rimasti sorpresi, che uno degli atti di questo ultimo governo, come postumo dato di fatto delle testate giornalistiche, con tutte le priorità problematiche che abbiamo da risolvere, sia stato quello di far diventare ufficiale l’inno patriottico di “Fratelli d’Italia” (testo Goffredo Mameli e musica di Michele Novaro 1847).

Tale Inno che dal 1946 fu adottato da Alcide De Gasperi per la nostra amata e sofferta patria neonata repubblica Italiana, come “provvisorio”, rimase tale dopo varie discussioni protrattesi per ben 71 anni.

In effetti, è da ricordare che era stimato anche “Va pensiero sull’ali dorate” (musica di Giuseppe Verdi e testo di Temistocle Solera 1842), e che comunque “Fratelli d’Italia” viene accettato, ma non condiviso dal cuore degli italiani d’oggi, dato il suo testo arcaico e bellicoso, e vincolato ad eventi e battaglie specifiche in gogliardia di estimatori della guerra, epoca remota degna comunque di memoria nei libri di scuola.

Non mi sovviene memoria invece di una richiesta di parere o proposte agli italiani in merito, ma le discussioni relegate nelle aule parlamentari, e voglio quindi proporre io un testo pacifico universale, sempre adattato alla musica trionfale di Novaro, che ormai ci identifica nelle commemorazioni pubbliche fra le Nazioni da oltre 70 anni, interpretando il sentimento di rispetto per la storia e per i cittadini che ci vivono onestamente lavorando.

La prima strofa unisce tutte le regioni che devono stimare e amare l’Italia unita, mantenendola sempre in pace rispetto ed onore.

La seconda strofa ricorda gli esordi dell’unità d’Italia con l’impresa dei Mille di Garibaldi, e ai caduti nelle guerre principali che furono di fondamento per L’Unità d’Italia, nonché la pace in cui attualmente viviamo grazie alle Forze dell’Ordine: “guerre” non sono solo quelle mondiali dichiarate dalle nazioni, ma anche quelle quotidiane contro la delinquenza.

La terza strofa è dedicata alla nostra storia più remota, in cui emergono a livello mondiale, le impronte basilari che condizionarono usi e costumi moderni: l’Impero Romano, citando i fasti per i monumenti e le strade per il detto che “tutte le strade portano a Roma”, e il Cristianesimo che ancor oggi conduce numerosi pellegrini da tutto il mondo da oltre 2000 anni per la benedizione del Papa.

La quarta strofa è dedicata ai mestieri degli italiani, dal più umile contadino al più rinomato dottore di scienza, nonchè alla passione per lo sport e all’importante settore del volontariato, sottolineando la stima che nutre il mondo nei confronti dell’Italia per la cucina, la moda, la musica, il canto, e vari campi d’arte e artigianato.

La quinta strofa omaggia la letteratura, invocando a rendere memoria ai posteri della nostra italianità da preservare, ed evoca le nostre tradizioni folkloristiche storiche ed attitudini artistiche unendo le speranze anche per una giustizia corretta, sempre all’altezza delle aspettative di tutti i cittadini.

Il ritornello ribadisce il sentimento di fratellanza sotto i riflettori applauditi delle commemorazioni ufficiali che ci ritrovano cittadini uniti per festeggiare vincitori sport arte e storia sotto gli occhi del mondo.

È da sottolineare che ormai l’Italia è ricca di etnie, e scrivere un testo in italiano moderno, è accessibile anche a loro, nuovi lavoratori meritevoli di rispetto, indicando con la voce “emigranti” sia gli italiani da almeno 7 generazioni, emigrati per lavoro in altre nazioni, sia quelli emigrati da una regione all’altra, sia i nuovi emigranti provenienti da altri continenti ormai residenti in Italia con diritti e doveri equiparati.

Imporre per dato di fatto all’Italia moderna del XXI secolo un testo ottocentesco bellicoso, sarebbe come obbligarci a vestirci con bei abiti sontuosi da dame di corte, ma pesanti ingombranti e costosi, invece di lasciare liberi gli italiani di vestirsi con modelli e colori a piacimento.

Sarebbe elogiativo e baldanzoso anche cantare in musica la “Divina commedia” del sommo vate Dante Alighieri, ma alquanto ardito e anacronistico, nonchè relegato alla storia scolastica di base o teatro, quale giusto contesto in cui relegarla, e più consono adottare i testi dei nostri stimati cantautori moderni da elogiare in coro ai concerti.

È giusto che l’Italia tralasci la propria storia alle spalle e si evolva anche nel linguaggio, per un veritiero e fraterno abbraccio simbolico di pacifica convivenza.

Ricordo che le squadre di calcio con la mano sul cuore a stento ricordano il testo di Mameli, mentre una poesia moderna sarebbe più accessibile a tutti, dai bambini agli anziani, che si riconoscono in essa soprattutto come protagonisti.

Spero che questa mia proposta servi quale utile riflessione per una unità italiana gratificante, proprio in questo periodo in cui ci sono stati negati i mondiali di calcio, e ci saranno presto finalmente le nuove elezioni, per eleggere un governo del popolo, dopo ben quattro decisi solo sul tavolo parlamentare: occorre superare la crisi economica che ha inevitabilmente minato ogni settore lavorativo da un decennio, colpendo nel portafoglio tutte le famiglie, i cui figli sono costretti ad emigrare per esercitare un lavoro onorato con meritocrazia.

Buona lettura e buon canto, se vi fa piacere il mio Inno all’Italia e agli italiani di ieri e di oggi!
artista Simona Bellone

Pres Caarteiv

L’Italia del mio cuor ©Simona Bellone 17/11/2017

Da tutta l’Italia
siam pronti ad amare
da valli e montagne
dai colli e dal mare.
Ovunque c’è vita
che sboccia al sole
sempre sia pace
rispetto ed onor.
L’abbraccio è fraterno,
l’applauso sarà eterno.
Per arte, storia e sport
il vanto è d’or!

Per i fanti di gloria
pregammo i Santi
quei Mille in battaglie
ci unirono grandi.
Son lacrime d’addio
al tricolor macchiato
in guerre il sacrificio
siam grati di cuor.
L’abbraccio è fraterno,
l’applauso sarà eterno.
Per arte, storia e sport
il vanto è d’or!

Siam patria di gioia
d’allori a memoria
d’impero sontuoso
di fasti e di strade
in tutte le borgate
il ricordo è vivo
del Dio uno e trino
a Roma divin.
L’abbraccio è fraterno,
l’applauso sarà eterno.
Per arte, storia e sport
il vanto è d’or!

Siam figli emigranti
di contadini erranti
impiegati operai
maestri d’arti e dottor
sportivi per passione
volontari in devozione
artigiani e cantanti
sarti cuochi e suonator.
L’abbraccio è fraterno,
l’applauso sarà eterno.
Per arte, storia e sport
il vanto è d’or!

Sempre siano versi
dei letterati illustri
a recitar amori
a modellar colori
a danzar speranze
a musicar leggende
a legiferar giustizie
per ogni sognator.
L’abbraccio è fraterno,
l’applauso sarà eterno.
Per arte, storia e sport
il vanto è d’or!

L’Italia del mio cuor ©Simona Bellone 17/11/2017

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