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Fronte comune degli albergatori savonesi, la risposta ai sindaci: “No alla tassa di soggiorno” fotogallery

Il presidente UPA Angelo Berlangieri: ""Prima si parli di servizi e strategie di marketing, poi di tasse. Meno slogan e più fatti"

Savona. L’Unione delle Associazioni Albergatori della Provincia di Savona (UPASV) ribadisce il proprio No all’introduzione dell’imposta di soggiorno, così come prospettata da alcuni sindaci del territorio con una nota inviata alla stessa associazione degli albergatori e alle altre associazioni di categoria delle imprese ricettive di Confesercenti e Confcommercio.

“Diciamo No alla proposta di introduzione della cosiddetta ‘Tassa di Soggiorno’, così come lo abbiamo detto, con forza, quando è stata introdotta la tassa nel Comune di Savona per far fronte ai deficit di bilancio”, afferma il presidente UPASV Angelo Berlangieri. “Non ha alcun senso discutere di nuove tasse e imposizioni utilizzate come se fossero una sorta di bancomat da cui attingere risorse per far fronte alle esigenze di spesa corrente degli enti locali”.

In una conferenza stampa tutti i presidenti delle territoriali dell’UPA hanno evidenziato la loro netta contrarietà: “Se queste sono le premesse e le intenzioni, noi diremo sempre e comunque di NO, così come abbiamo fatto negli anni passati, sia per storia personale, vedi la scelta di non adottare l’elenco regionale dei comuni turistici propedeutico all’introduzione della tassa, sia per storia associativa, vedi la marcia dei 600 contro nuove imposizioni fiscali, quando ci siamo trovati, di fatto, soli a combattere su questo fronte impedendo, fino a oggi, per 7 anni l’introduzione della tassa”, dichiarano congiuntamente.

“Prima di parlare di aliquote, percentuali, deduzioni, esenzioni e quant’altro, noi vogliamo parlare di strategie, progetti, investimenti certi, garantiti e vincolanti, card, servizi ed equità. Ovvero, affrontare il tema delle politiche per il turismo e solo dopo discutere la questione di come finanziarle. Troppo spesso abbiamo letto di strategie ma, purtroppo, raramente abbiamo visto mettere in campo azioni e investimenti adeguati in grado di generare uno sviluppo turistico capace di migliorare il posizionamento competitivo della nostra destinazione. Troppe volte si è parlato di servizi per il turista senza che la loro attuazione avvenisse realmente, basta pensare alla viabilità, ai parcheggi, alle card turistiche, come per esempio quelle del Trentino o del Friuli, ai trasporti, ecc”.

“A dispetto delle tante discussioni e proposte sulla necessità di fare sistema di studiare una strategia di marketing comprensoriale, il posizionamento della nostra destinazione sui mercati esteri è diventato sempre più frammentato e debole, con una continua perdita di quote di mercato come, drammaticamente, i recenti dati sull’andamento del movimenti turistico nella nostra provincia inequivocabilmente dimostrano”, proseguono ancora. “Fondamentale e imprescindibile, rispetto a qualsiasi discussione, è il tema dell’equità fiscale e di competitività per le imprese che richiede un impegno forte e concreto. Servono meno slogan e più fatti, da parte dei Comuni. Serve una lotta più incisiva per combattere l’abusivismo che crea un forte danno alle imprese ricettive, che lavorano e agiscono secondo le regole, sempre più gravose, imposte dallo Stato, e a tutto il comparto turistico”.

“Potremo partecipare a un tavolo di confronto con i Comuni soltanto se si discuterà prioritariamente degli aspetti sopra richiamati, ovvero delle politiche per lo sviluppo e la competitività del turismo, e solo successivamente delle modalità di finanziamento per attuare quanto concordato in tema di servizi e investimenti per il turismo, garantiti con un impegno vincolante per almeno 10 anni, combinato all’impegno per i Comuni a non ridurre ma al contrario a implementare gli attuali stanziamenti previsti nei bilanci in favore del turismo”, evidenzia il presidente degli albergatori.

“È il momento di smetterla di parlare genericamente di intenti e progetti, di tasse e imposizioni. Questo è il tempo in cui dobbiamo decidere che cosa fare, in termini di investimenti e servizi, per sostenere il turismo. L’Upasv è pronta, con responsabilità e coerenza, ad affrontare tutte le questioni. Altrimenti, la nostra contrarietà non abbiamo bisogno di dichiararla: la storia e i fatti che noi possiamo raccontare ne sono la testimonianza migliore e indiscutibile”, conclude il presidente Upasv Berlangieri.

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