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Al NuovoFilmStuidio di Savona: La storia dell’amore (The History of love)

Al NuovoFilmStuidio di Savona: La storia dell\'amore (The History of love)

NuovoFIlmStudio
Presso Officine Solimano, Savona
Circolo ARCI

La storia dell’amore di Radu Mihaileanu, con Derek Jacobi, Sophie Nélisse, Gemma Arterton, Elliott Gould – Francia/Canada/Romania/USA 2016, 134′

mar 21 novembre (21.15)
mer 22 novembre (18.00)

C’era una volta, in un villaggio ebraico della Polonia, un ragazzo, Léo, che amava una ragazza, Alma. Le aveva promesso che l’avrebbe fatta ridere per tutta la vita, ma la guerra li ha separati. Quando Alma, davanti all’avanzare del nazismo, viene spedita dal padre negli Stati Uniti, Leo promette di spedirle i capitoli di un grande romanzo che sta scrivendo sulla loro storia d’amore. Oggi un’altra Alma, adolescente newyorchese e contagiata dallo stesso virus meraviglioso dell’amore, vuole essere la donna più amata del mondo…

Rivelato dal notevole “Train de vie”, il romeno di origine ebraica Radu Mihaileanu torna al tempo della Shoah con un mélo tratto dal bestseller dell’americana Nicole Krauss. Come in altri suoi precedenti lavori (“Vai e vivrai”, “Il concerto”), lo schema di base è quello dei destini individuali sullo sfondo della Grande Storia. Sono qui all’opera tutte le caratteristiche di Mihaileanu: l’umorismo yiddish come antidoto al dolore, il pathos melodrammatico, l’attenzione ai dettagli. La nota dominante rimane però la gioia del racconto apparentabile a quella dei grandi romanzieri del secolo scorso, che pochi registi contemporanei hanno saputo conservare. Ottima la scelta degli attori, dal veterano inglese Derek Jacobi all’intensa giovane canadese Sophie Nélisse, già protagonista di “Storia di una ladra di libri”.

“La storia dell’amore” parla della difficoltà di vivere in un mondo percepito come in guerra con se stesso, di fiducia e tradimento, di ambizione letteraria, di legami famigliari ingombranti e imprescindibili, di amicizia, di sopravvivenza e di morte. Ed è raro trovare in un film contemporaneo un respiro così grande, pur nel caos che certa bulimia narrativa a volte genera. Il film di Mihaileanu stroppia ma in un modo accattivante, esorcizzando quella paura di vivere che fa sentire minacciati da ogni lato.

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