Trasporto pubblico

Tpl, la Regione trasforma il “fondino” in risorse per gli investimenti: il no dei sindacati

Per i sindacati l'escamotage rischia di intaccare i bilanci delle aziende

nuovi bus Tpl

Liguria. Sul trasporto pubblico locale ecco un No deciso da parte delle organizzazioni sindacali di categoria al sistema ideato dalla Regione Liguria per aggirare l’ostacolo creato dalla Corte dei Conti in merito al cosiddetto “fondino”, considerato dai giudici illegittimo da un punto di vista costituzionale. L’escamotage sarebbe “girare” il fondino su investimenti per le aziende e “rimborsare” in questo modo le stesse aziende che hanno speso i loro risparmi per favorire gli esodi.

La misura, frutto di accordi sindacali, consiste in un milione di euro che la Regione stanzia ogni anno a bilancio fino al 2026 grazie a un mutuo contratto da Filse con Banca San Paolo. Il fondo, utilizzato per pagare procedure di esodo anticipato e mobilità del personale delle aziende di trasporto liguri, è quindi riservato a spese correnti, e non di investimento, come previsto dalla legge.

L’assessore regionale ai Trasporti Gianni Berrino, che ha incontrato i sindacati di Cgil, Cisl, Uil, Faisa Cisal e Ugl, ha spiegato di aver trovato con i suoi uffici una “soluzione tecnica a un parere giuridico”. La soluzione, già passata in giunta e in attesa di votazione entro fine mese in consiglio regionale, è quella di spostare le risorse destinate al piano di esodo su investimenti per il trasporto pubblico locale con copertura per ammortamenti “non sterilizzati” (cioè per cui non siano già stati utilizzati fondi pubblici”.

Per i sindacati: ““Questo tipo di investimento andrà in conto capitale e in bilancio a parte corrente e quindi si creano problemi ai conti delle aziende. “Per noi il fondino è indispensabile e necessario per favorire il ricambio generazionale e per abbassare i costi del personale, salvaguardando i conti e la stabilità delle aziende di trasporto”.

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