Lo zibaldone

A Sassello c’era il mare, lo svelano i fossili di don Pietro Perrando

Lo Zibaldone è la rubrica di curiosità di IVG: ogni mercoledì storia, cultura, aneddoti, riflessioni e scoperte della nostra provincia

Zibaldone

Lo Zibaldone è la rubrica di IVG su storie, racconti, aneddoti e scorci culturali della nostra provincia, curata da Sara Sacco.
Storie… storie… quante storie da raccontare: alcune si scoprono casualmente, altre affiorano prepotenti durante appassionanti ricerche, e poi aneddoti, ispirazioni, pensieri e parole…

Non tutti sanno che…

“Se il mondo fosse d’oro a forma di un anello avrebbe come perla il paese di Sassello…”. Suonava più o meno così in italiano la canzone dialettale che cantavamo alle scuole elementari locali quasi quarant’anni fa. Mi ricordo che, all’inizio dell’anno scolastico, in questa stagione, si andava per funghi e per castagne e qualche volta anche per… fossili!

Sassello infatti non è solo il paese degli amaretti (ma per questo c’è la rubrica di IVG dedicata!): il Sassellese è anche il territorio dove si possono scoprire resti fossili, di organismi marini e vegetali (coralli e alghe calcaree rosse), ma anche di vertebrati (squali e testuggini) risalenti all’Oligocene. Sì, perché circa 30 milioni di anni fa a Sassello c’era… un mare tropicale e a farne la straordinaria scoperta fu un sacerdote attento e curioso, appassionato di archeologia preistorica.

Siamo a metà dell’Ottocento e Don Pietro Perrando è un naturalista autodidatta, interessato alla geologia e alla paleontologia: diventa un esperto conoscitore delle aree fossillifere e inizia a raccogliere esemplari di vegetali fossili (detti Filliti), per lo più felci, conifere e palme, nella zona fra Stella e Sassello, in quanto quell’area, il cosiddetto Bacino Terziario Piemontese, nelle passate ere geologiche era composta prevalentemente da rocce sedimentarie appartenenti a un antico mare poco profondo, detto Mare di Ranzano, mentre la terra emersa si estendeva laddove oggi troviamo il Mar Ligure.

Un fossile dopo l’altro, il parroco crea una vasta e variegata collezione di rocce, minerali, reperti paletnologici e fossili che ben presto invadono le stanze della casa dei suoi fratelli a Sassello.

Uomo di grande cultura, il sacerdote diventa conosciuto nel settore e partecipa a congressi internazionali, fino a quando nel 1885 viene convinto a vendere la prestigiosa raccolta di fossili al Museo dell’Istituto di Geologia dell’Università di Genova per 20.000 Lire.

don pietro perrando

Non tutti sanno che… ancora oggi è possibile osservare reperti di barriera corallina fossile in località Ponte Prina, vicino a Maddalena, frazione di Sassello, geosito incluso nel Beigua Geopark, patrimonio geologico tutelato dall’Unesco.

Non tutti sanno che… oggi, oltre ai fossili conservati nel Museo Perrando di Sassello, è possibile visionare la collezione paleontologica di Don Perrando presso il Museo Civico di Storia Naturale Doria di Genova e quella paletnologica presso il Museo Archeologico di Villa Pallavicini a Pegli.

Non tutti sanno che… nella Chiesa di S. Giustina a Stella, nella prima cappella a sinistra, si trova il ritratto con cornice di reperti fossili di Don Perrando, che fu dal 1857 il parroco del paese.

Lo Zibaldone è la rubrica settimanale di IVG su storia e cultura savonese, in uscita ogni mercoledì: clicca qui per leggere tutti gli articoli

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