Senso unico

Ordine del giorno senza atti delle opposizioni, protesta delle minoranze in Regione: “Fatto gravissimo”

Il M5S, il Pd e Rete a Sinistra sulle barricate contro la maggioranza. E i pentastellati attaccano anche i Dem

consiglio regionale

Regione. Un ordine del giorno senza atti a firma delle opposizioni e le minoranze consiliare alzano le barricate. E’ accaduto nelle scorse ore nella sede della Regione Liguria, come denunciato dagli esponenti del Movimento 5 Stelle, del Pd e di Rete a Sinistra/Liberamente.

“L’ufficio di presidenza ha licenziato l’ordine del giorno del prossimo consiglio regionale di martedì 31 ottobre senza un solo atto a firma delle opposizioni – dicono i pentastellati – Un fatto gravissimo e inaudito. Una prima assoluta da inizio legislatura ad oggi che rappresenta un pericolosissimo precedente, su cui chiediamo immediate spiegazioni in primis al presidente del consiglio Bruzzone, primo responsabile dell’ufficio di presidenza”.

Gianni Pastorino di Rete a Sinistra/Liberamente e Raffaella Paita del Pd notano: “Questo ordine del giorno ha dell’incredibile. Figurano esclusivamente provvedimenti della giunta, con assoluta inosservanza di qualsiasi proposta depositata dalla minoranza. Quindi nessuna mozione, nessun ordine del giorno, ma, a pensarci bene, neanche della ripresa della discussione sull’ordine del giornog sospeso nel precedente consiglio. Operazione mai avvenuta dal 2015 ad oggi; e del tutto inspiegabile, perché nessuno nega la legittimità degli atti di giunta. Bastava inserire tutti gli altri atti segnalati dalle minoranze, evidenziandone così la presenza come peraltro avvenuto in tutte le convocazioni del consiglio regionale dall’inizio di questa legislatura”.

“Cosa ancora più straordinaria che il presidente Bruzzone ci convochi continuamente come ufficio di presidenza integrato, per poi decidere di fare come vuole, o come gli chiedono. Alla faccia dei diritti della minoranza. Naturalmente chiederemo spiegazioni ufficiali su quanto avvenuto”.

I consiglieri del M5S però attaccano a loro volta Paita: “Stupisce l’indignazione del Partito Democratico, che ulula alla luna ma non ha fatto nulla per evitare un simile ordine del giorno con il proprio vicepresidente del consiglio Sergio Rossetti, il quale dovrebbe tutelare le minoranze”.

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