“Rosso Pistacchio” è la rubrica di Marzia, che ama definirsi “una truccatrice struccata”. Uno spazio al femminile dal taglio volutamente “leggero” in cui parlare a 360 gradi di tutto ciò che ruota intorno alle donne. In salsa savonese, naturalmente.
Per alcune settimane Rosso Pistacchio si tinge di “Giallo”, con una storia a puntate illustrata da Giusi Ghioldi… ecco la seconda, buona lettura!
Non si può certo affermare che Bianca Bufi fosse una di quelle donnine dallo stomaco suscettibile. Non le facevano paura i ragni, non saltava sulle sedie alla vista di un topino di campagna , inoltre, tutto sommato ,aveva un rapporto pacifico anche con la vista dei cadaveri, anche se, a dir la verità, ne aveva potuto vedere solo uno da vicino: quello della povera bisnonna Lia. Questo primo traumatico contatto con la morte, però, non le aveva impedito di accettare il giro di panino con la ricotta fresca fresca e la mortadella appena tagliata che i parenti le offrirono durante la veglia. Si era detta, allora, che la nonna bis, pace all’anima sua, la aveva sempre rimpinzata come un panzerotto da friggere, quando era in vita, e che tutto sommato, non avrebbe mai voluto saperla affamata.
Ma il cadavere della povera Margherita Braudel era tutt’altra cosa.
Fu la madre, la signora Enrichetta, a trovare Margherita, accasciata ai piedi della poltrona dai braccioli dorati, senza vita.
Enrichetta Pastorino, vedova Braudel, aveva gridato e gridato e gridato.
“Tesoro, scusa se sono stata brusca al telefono ma qui, come puoi immaginare, è scoppiato il putiferio. Stiamo attendendo la polizia e, approfitto del fatto che le mani abbiano smesso di tremare, per usarti, con questa mail, come memorandum di ciò che ho visto e sentito. Credo mi interrogheranno e, come tu sai, non ho molta memoria, se non per i trucchi e il cibo.
Il grido. Il grido che ho sentito proveniva dalla stanza dove pochi minuti prima avevo lasciato la povera Margherita. Era un grido di bestia ferita, un grido ancestrale e primitivo. Il lamento di una madre alla quale strappano dal petto il cucciolo implume.
Mi sono precipitata e, con me, altre persone.
Margherita giaceva supina, avvolta su se stessa e nel suo scialle bianco, come un cigno attaccato da una faina, e abbandonato esangue sulla neve. Accanto a lei, due persone cercavano di darle soccorso: la signora Enrichetta e un uomo.
L’uomo, che poi ho scoperto essere il dj ingaggiato per il matrimonio, ha tentato di prendere in braccio Margherita per adagiarla sulla poltrona. La testa di Margherita penzolava senza nervo, i boccoli danzavano sfiorando il pavimento. Sulla florida bocca di Margherita ho notato della schiuma bianca. Il rossetto rosso è ancora perfetto. Maledizione.
Andrea, il dj, la ha deposta sulla poltrona, ma continuava a tenerla comunque tra le braccia; le scostava i capelli dal volto, le asciugava la schiuma dalle labbra con la manica, la scuoteva, chiamandola per nome.
Nel frattempo tutta la servitù è accorsa e, per ultimo, il futuro sposo, che, probabilmente, si stava preparando al giorno più bello della propria vita nell’ala sud della villa. Quell’uomo, Andrea, la ha lasciata alle cure dell’ormai vedovo e si è seduto a terra in un angolo, schiantato da quello che a me è sembrato dolore puro, e respirando a fatica. Ora tu sai, tesoro, che non esco mai senza una merendina e un ventolin, e quell’uomo aveva bisogno di respirare.
Ha preso l’erogatore dalle mie mani con ingordigia e ha spruzzato più volte. Mi sono seduta sul marmo ghiacciato accanto a lui e ho domandato se Margherita fosse sua amica. Ha scosso la testa e, aspirando una boccata di medicinale, ha sibilato: ”Non la avevo mai vista prima”.
E’ morta, tesoro. I militi dell’ambulanza hanno sussurrato tra loro parole preoccupanti quali “veleno”, “topi” “omicidio”. La hanno coperta con un lenzuolo bianco di seta, dal tessuto traspare la perfezione di quelle due splendide labbra rosso fuoco. Maledizione.
Ti aggiorno su ciò che accade, non ti preoccupare per me, io me la cavo bene, piuttosto, hai aggiunto una spolverata di cacao al cinghiale??”
“Rosso Pistacchio” è la rubrica al femminile di IVG, ogni martedì a cura di Marzia Pistacchio: clicca qui per leggere tutti gli articoli