Rosso pistacchio

La chimera (ovvero come i social tirano fuori il peggio di noi)

"Rosso Pistacchio" è la rubrica al femminile di IVG: ogni martedì si parla di donne con Marzia Pistacchio

Rosso Pistacchio

“Rosso Pistacchio” è la rubrica di Marzia, che ama definirsi “una truccatrice struccata”. Uno spazio al femminile dal taglio volutamente “leggero” in cui parlare a 360 gradi di tutto ciò che ruota intorno alle donne. In salsa savonese, naturalmente.

Rosso Pistacchio

“C’è un momento in cui la vita si ritira dal corpo ancora caldo della tua preda. E’ un attimo che fugge, è un lampo che non puoi lasciarti scappare, è l’esatto istante in cui l’afflato vitale evapora, e l’evaporazione ha inizio dalla pupilla. Per questo devi essere lì, occhi negli occhi con la tua preda, pronto a vedere la vita che se ne va, e pronto a tagliare subito dopo”.

Ezechiele Parodi, fu Gioacchino, aveva spiegato così il proprio lavoro di cacciatore e tassidermista alla giovane e bella giornalista, nel lontano 1961. Clizia Rossetti se ne era stata seduta sulla poltrona di pelle di orso, completamente atterrita da centinaia di occhi di vetro che la fissavano acquei.

Ezechiele Parodi aveva fatto colpo, ma per poco. Clizia, infatti, era poi volata oltreoceano con un biondissimo fotografo australiano il quale le aveva promesso che avrebbe visto animali vivi, e non il cimitero puzzolente di interiora e formalina che le offriva Ezechiele.

Quell’articolo di giornale, dove si parlava dell’ultimo imbalsamatore della zona, fu l’ultimo dono d’amore di Clizia, e Ezechiele lo conservava nel cassetto dei bisturi con estrema cura.

Giraffe, orsi, leoni, cavalli, bradipi, elefanti… Ezechiele aveva ucciso, svuotato e imbalsamato ogni animale presente sulla faccia della terra, ne aveva bevuto il sangue, ne aveva assaggiato le carni, aveva portato le loro spoglie nella sua casa e li aveva posizionati sorridenti, in bella mostra, in ogni stanza, ma non si sentiva per nulla felice.

Nella solitudine del suo salotto, tra l’orso marsicano e la iena ridens, Ezechiele Parodi, fu Gioacchino, ebbe improvvisamente la certezza di desiderare nuovamente accanto a sè la giovane Clizia.

La Clizia che trovò, però, cercando sui social, era diventata una vecchia e rachitica castagna secca, indegna della sua attenzione, ma tra le finestre delle chat, Ezechiele scoprì milioni di donne con gli occhi simili a quelli della sua giovane amata.

Con gli occhi bisogna stare molto attenti: si deteriorano facilmente e perdono immediatamente la loro brillantezza. E’ necessario cavarli quando la preda è ancora viva e immergerli immediatamente in una soluzione segreta, della quale Ezechiele non avrebbe rivelato mai la composizione, se non sotto tortura.

Era stato semplice ottenere gli occhi. Erano bastati pochi messaggi, qualche like, qualche commento, qualche account falso, e la preda era stata malmenata in un vicolo da una ormai ex amica. Ezechiele aveva poi fatto il resto.

Per ottenere le gambe aveva dovuto faticare un po’ di più, ma paventare il tradimento al marito era stata una mossa giusta.

Dopo una settimana la preda era pronta, abbandonata in un sacco dal marito stesso. Ezechiele si maledì: le gambe erano piene di lividi. Aveva forse esagerato coi dettagli piccanti del tradimento mai avvenuto, e il marito aveva quasi rovinato quelle meravigliose, lunghissime gambe da fenicottero.

Un gruppo di amiche offese gli procurarono le orecchie, una ragazzina schernita per il proprio peso gli procurò un bellissimo naso, lo scalpo lo ebbe da un regolamento tra bande. Ezechiele spargeva odio tra le persone, instillava dubbi, fomentava l’intolleranza, soffiava sul fuoco delle insicurezze.  L’odio diventava sangue, qualche parola era abbastanza per scatenare le Erinni le une contro le altre e Ezechiele raccoglieva pezzi di ricambio ancora in ottimo stato.

Morgana e Chiara si baciavano ogni pomeriggio sotto la quercia nel parco. Il loro video divenne virale. Morgana e Chiara non ressero alla vergogna.

Ezechiele ebbe così una giovane lingua (con piercing) e due piccole, bianche mani tatuate. Alfine fu pronta, Chimera. Le cuciture quasi invisibili, gli occhi scintillanti e lucidi, la bocca immobile in un sorriso perenne, le lunghe gambe da fenicottero accavallate.

Quando Ezechiele ebbe finito di cucirle la lingua, le arricciò le labbra in un sorriso malizioso e scattò il primo selfie con la sua amata.

“SEMPLICEMENTE NOI.”
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“Rosso Pistacchio” è la rubrica al femminile di IVG, ogni martedì a cura di Marzia Pistacchio: clicca qui per leggere tutti gli articoli

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