Ingenti furti

Indagine sul furto alla gioielleria “Buffa” di Albenga, i ladri colombiani responsabili di altri colpi fotogallery

Uno dei componenti di spicca della banda è stato raggiunto da un ordine di custodia cautelare

Albenga. Un cittadino colombiano è stato arrestato dai carabinieri del nucleo operativo di Albenga nell’ambito dell’indagine sul furto da 140 mila euro alla gioielleria “Buffa” di Albenga, per il quale Alejandro Cruz, 45 anni, si trovava già rinchiuso nel carcere di Marassi anche per altri furti commessi nel Nord Italia, attribuiti dai militari nell’Arma ingauna nel corso delle prime indagini.

Dai riscontri investigativi svolti dai carabinieri a lui ed altri sette componenti sono indicati come i responsabili di un furto da 80.000 euro presso la filiale di via Rubens della banca BPM di Milano, messo a segno l’ 11 aprile scorso e un furto da 2.500 euro circa presso la filiale milanese di via Mecenate dello stesso istituto di credito, architettato invece il 23 maggio scorso. Il colombiano è stato quindi raggiunto da un ordine di custodia cautelare, notificata nei suoi confronti dai carabinieri ingauni.

Il sudamericano è considerato un elemento di spicco di una banda composta da abilissimi ladri, tutti di origine colombiana: lo scorso 24 maggio Cruz ed altri componenti della banda hanno colpito la gioielleria ingauna, operando come una precisione quasi militare. Ad ognuno dei malviventi veniva assegnato un ruolo specifico contribuendo alla perfetta riuscita dell’attività delittuosa e nulla veniva lasciato al caso: tre attori avevano essenzialmente il compito di distrarre le vittime, altri due si sono introdotti all’interno della cassaforte senza che nessuno dei presenti avesse percepito la loro presenza e un’articolata rete di sicurezza composta da altri due complici aveva il compito di fornire adeguato supporto, monitorando continuamente gli spostamenti e presidiando le vie di fuga.

La banda era rimasta sul posto per più di un’ora, attendendo l’attimo propizio, senza che nessuno s’insospettisse o notasse la loro presenza, a dimostrazione della loro grande disinvoltura e capacità di mimetizzarsi nel contesto e agire così indisturbati. Massima da parte della banda era la perizia nella preparazione dei “colpi”, attraverso accurati sopralluoghi, quattro nell’arco di un mese quelli fatti ad Albenga, ma non meno l’attitudine a camuffarsi, cambiando abbigliamento e atteggiamento per rendersi difficilmente individuabili, e, in ultimo, la perfetta sincronia dei loro spostamenti.

Le perquisizioni da parte dei carabinieri hanno permesso di rinvenire gli indumenti utilizzati dagli indagati durante il furto ingauno, documenti falsi, ed il recupero parziale dei proventi illeciti.

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