Bardineto. Non mancano le polemiche sull’incidente mortale di caccia avvenuto a Bardineto, con le associazioni animaliste che tornano a dar battaglia sui gravi rischi e pericoli della caccia. “E’ necessario far prendere coscienza ai politici amici della caccia che la amministrano, che deve essere ricondotta a modalità meno pericolose” afferma l’Enpa di Savona, che commenta il drammatico episodio avvenuto nella giornata di ieri in cui il 59enne Roberto Viale ha perso la vita a causa di un colpo esploso dal 25enne Luigi Maule.
La Protezione Animali savonese ricorda infatti che, a fronte degli attuali, per fortuna in continua diminuzione, 3.885 cacciatori savonesi, “ci sono migliaia di persone che frequentano i boschi disarmati, soprattutto nel fine settimana: sono gli escursionisti, i bikers, i cercatori di funghi, gli arrampicatori, che hanno il diritto di esercitare la loro attività non pericolosa, almeno per gli altri, senza dover correre rischi di essere feriti o perdere la vita per una pallottola vagante” aggiunge l’associazione.
“Ed allora, in un paese serio in cui la cosa pubblica è amministrata in nome dei cittadini e non dei soli cittadini-cacciatori, la caccia deve essere subito ridimensionata, proibendone l’attività nei giorni della settimana di maggior afflusso di persone nei boschi e tutti i giorni finché il fogliame è fitto; e quindi il sabato, la domenica ed i giorni festivi, ad esempio permettendola solo al lunedì ed al mercoledì, da un’ora dopo il sorgere del sole ad un’ora prima del tramonto, senza nessuna delle deroghe e concessioni attualmente vigenti” conclude l’Enpa.
Sulla stella lunghezza d’onda il presidente del Movimento Animalista Michela Vittoria Brambilla, che dice: “Il gravissimo incidente di caccia verificatosi ieri nel savonese, che ha causato la morte di un cercatore di funghi, è l’ennesima dimostrazione della pericolosità di una pratica crudele che negli ultimi dieci anni ha provocato centinaia e centinaia di morti e che è necessario abolire del tutto”.
“Nell’attesa che la politica si adegui alla volontà maggioritaria della pubblica opinione, anche i governanti e gli amministratori più attenti a compiacere e vezzeggiare le doppiette potrebbero almeno prevedere controlli più stringenti sull’uso delle armi da fuoco da parte dei cacciatori, con l’introduzione di un certificato annuale obbligatorio di idoneità medica, e cominciare a limitare la caccia nei giorni e nei luoghi in cui i veri amanti della natura, escursionisti, fungaioli, comuni cittadini disarmati, vorrebbero godere del patrimonio naturale di cui i Rambo in mimetica finiscono di fatto con l’appropriarsi. La violenza va sempre e comunque condannata e l’abolizione della caccia è e resta in cima alle nostre priorità programmatiche”.