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Forex: gli aspetti legali e fiscali da considerare nel 2017

forex

Molti investitori si avvicinano al Forex senza avere la necessaria consapevolezza di cosa sia il mercato valutario e di quali aspetti legali e fiscali debbano tenere in considerazione per evitare brutte sorprese in sede di controlli e accertamenti. Presupponendo che sappiate come funziona il Forex  e come funzionano le posizioni all’interno del mercato valutario, cerchiamo di addentrarci in maniera più proficua nel comprendere chi può effettuare investimenti finanziari sul mercato valutario online e, soprattutto, come si viene tassati per simili attività.

Aspetti legali del Forex

Iniziamo con una rassicurazione: chiunque può potenzialmente effettuare degli investimenti sul mercato valutario, se maggiorenne e in grado di esercitare le proprie facoltà di disposizione del patrimonio. Considerato che non riuscirete ad accedere “direttamente” al mercato finanziario, quel che dovrete fare è “passare” attraverso il servizio di un broker, che non fungerà prevalentemente da vero e proprio intermediario, quanto da market maker, “facendo” il mercato (o, meglio, sostituendosi al mercato) e consentendovi di aprire e chiudere le posizioni sul mercato valutario, con le coppie desiderate.

Tassazione sul Forex

Se quanto sopra non costituisce certamente una novità dinanzi agli investitori che hanno (anche) conoscenze base, lo stesso probabilmente non si potrà dire per quanto concerne gli aspetti fiscali sul Forex, equiparabili in buona sostanza a quelli genericamente previsti per il trading online.

Dopo qualche anno di particolare incertezza nella fruizione degli aspetti fiscali, l’Agenzia delle Entrate ha contribuito a fare chiarezza attraverso la Risoluzione 102/E del 25 ottobre 2011, che ricorda come i contratti relativi agli investimenti finanziari sul Forex siano equiparabili a quelli genericamente riconducibili a qualsiasi attività di investimento finanziario online e, dunque, se sono effettuati da parte di un soggetto persona fisica, non esercente attività di impresa, sono soggetti a imposta sostitutiva. Ma su cosa si paga l’imposta?

Il calcolo dell’imponibile

Il punto di partenza è cercare di comprendere quale sia la base imponibile sulla quale di deve calcolare la tassazione Forex. Stando alla Risoluzione sopra accennata, il calcolo si effettua attraverso la somma algebrica dei differenziali positivi e negativi, nonché di altri proventi o oneri, percepiti o sostenuti, in relazione a ogni rapporto. Ma che cosa vuol dire?

Cominciamo con il rammentare che per poter calcolare l’imponibile nel Forex, dovreste essere in grado di sommare l’esito delle posizioni chiuse durante l’anno di imposta. Esemplificando, aver aperto una posizione con 100 euro, e averla chiusa con 150 euro, darà seguito a una plusvalenza di 50 euro, che andrà a concorrere la base imponibile; se invece la chiusura è avvenuta a 50 euro, si sarà generata una minusvalenza di 50 euro, anch’essa rilevante ai fini della tassazione (contribuirà a ridurre la base imponibile). Alla sommatoria tra plusvalenze e minusvalenze dovreste altresì essere in grado di aggiungere anche altre voci, come ad esempio gli interessi percepiti o versati (se ve ne sono).

Giunti a questo punto, il conteggio non è ancora finito. Se siete (ce lo auguriamo!) in una situazione di plusvalenza, potete infatti abbattere l’imponibile sottraendo le minusvalenze ottenute negli anni precedenti, fino a un massimo di 4 anni. Ne consegue che se avete ottenuto una minusvalenza oggi, potete utilizzarla per abbattere le plusvalenze fino al 31 dicembre 2021. Naturalmente, una volta utilizzata, la minusvalenza non potrà essere utilizzata anche l’anno successivo!

Aliquota tassazione Forex

Ora che abbiamo chiarito in che modo viene determinato il calcolo della base imponibile su cui conteggiare la tassazione Forex, non rimane altro da fare che comprender a quanto ammonti l’aliquota: dal 2014 l’aliquota è stabilita in misura fissa al 26%, senza scaglioni progressivi.

Da quanto sopra ne deriva che se l’imponibile (ovvero, sostanzialmente, il differenziale tra plusvalenze e minusvalenze) è pari a 1.000 euro, la tassazione peserà per 260 euro, ovvero per il 26%. Chiaro, no?

Versamento tasse Forex

Ora che abbiamo condiviso in che modo si subisce la tassazione e a quanto ammonta l’aliquota del prelievo fiscale sulle plusvalenze nette, rimane da comprendere in che modo di possa assolvere agli obblighi previsti dalla legge.

Semplificando il tema oggetto del nostro focus odierno, evidenziamo come l’imposta sostitutiva possa essere versata in due diversi modi, a seconda che optiamo per il regime amministrato o per il regime dichiarativo.

Cominciamo con l’annotare che il sistema più semplice è certamente quello del regime amministrato, in sguito al quale sarà il broker che si occuperà della nostra posizione fiscale. In altri termini, è il broker che dovrà calcolare quanto dobbiamo andare a pagare, e preoccuparsi della successiva liquidazione delle imposte.

Di contro, nel regime dichiarativo è il trader che si dovrà occupare (e preoccupare!) di chiarire e comunicare la propria posizione fiscale, dovendo conteggiare e liquidare le relative imposte. Fortunatamente, il trader non è quasi mai lasciato del tutto solo: sarà il broker, infatti, a inviare un documento annuo al proprio cliente, nel quale riepilogherà il “saldo” determinato dalle posizioni chiuse nel corso dell’anno precedente, conteggiando se per le proprie transazioni si sarà determinata una plusvalenza o una minusvalenza.

Ora, da quanto sopra evince che il regime amministrato è sicuramente quello più facile ma… ciò non significa che sia anche quello più conveniente. Di fatti, nel regime fiscale dichiarativo avremo la possibilità di versare le imposte nell’anno successivo a quello in cui maturano le plusvalenze, riuscendo così a utilizzare per più tempo il nostro capitale (nel regime amministrato il prelievo del broker viene di norma effettuato al momento della chiusura della posizione).

Conclusioni tassazione Forex

Giunti al termine di questo nostro approfondimento sulla tassazione del Forex, il nostro suggerimento finale non può che essere quello di condividere le proprie riflessioni, i propri dubbi e le proprie valutazioni con un buon professionista. In tal senso, il commercialista di fiducia potrà certamente rappresentare un partner fondamentale per evitare qualsiasi tipo di disguido, ed effettuare un trading ancora più sereno.

Guai, infatti, a sottovalutare il tema della fiscalità: il rischio di trovarsi a dover riparare i danni tributari prodotti a distanza di anni è piuttosto elevato, e non adempiere agli obblighi di legge in ambito fiscale è sicuramente controproducente. Meglio prevenire, e rispettare la normativa in vigore al fine di effettuare un investimento più congruo e professionale.

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