Savona. “L’approvazione alla Camera del testo di legge sulla cannabis terapeutica è solo un primo passo, un piccolo salto in avanti: serviva più coraggio e meno restrizioni”. Questo il commento del primario dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure Marco Bertolotto, uno dei pionieri nel campo medico-scientifico sull’uso della cannabis a fini terapeutici e protagonista di numerose conferenze e incontri per illustrare gli effetti benefici della cannabis e soprattutto i suoi vantaggi per il sistema sanitario, tanto in termini di cura quanto sul fronte dei costi complessivi.
“Una degli aspetti positivi è che finalmente possiamo avere una legge-quadro nazionale che possa fornire indicazioni comuni e lineari a tutte le Regioni che hanno competenza in campo sanitario, senza quindi avere 0 possibili normative regionali” aggiunge il direttore del centro di terapia del dolore della Asl 2 savonese.
“Tra gli aspetti positivi sicuramente anche lo stanziamento di 1,7 mln di euro per incrementare la produzione presso l’Istituto Farmaceutico nazionale di Firenze, fornendo quindi maggiori quantitative per le cure prescritte, oltre al fatto che la cannabis terapeutica sarà a carico del Sistema Sanitario Nazionale, anche se solo per alcune patologie che pare debbano essere ancora definite nel dettaglio”.
“Resta l’amaro in bocca, invece, perché si è persa una occasione di strutturare l’utilizzo della cannabis per fini terapeutici, si poteva osare di più: Chiaramente è una legge monca, in quanto nata nell’ambito di un provvedimento legislativo sulla legalizzazione della cannabis poi stralciato in corso d’opera, mantenendo solo gli articolo riguardanti l’uso terapeutico della cannabis, tuttavia meglio che niente… Come si dice, sperando che sia un punto di partenza per dare una svolta effettiva ad una terapia sempre più richiesta e dagli ottimi risultati sanitari”.
“E’ ancora necessario qualcosa in più per superare la fase di sperimentazione, incentivando in primo luogo i medici nella cura del paziente con la cannabis: programmazione a livello nazionale in linea con le nuove richieste: il problema è che nella politica e nel mondo medico un pò di scetticismo e e pregiudizio sulla cannabis resta, ma il salto concettuale è quello di vedere la cannabis da un punto di vista sanitario e terapico, non ludico” conclude Bertolotto.
Anche il settore farmaceutico che si occupa della cannabis parla di “legge vuota”, che di fatto cambia poco rispetto all’attuale situazione: “L’utilizzo della cannabis per uso terapeutico era già regolamentata e questa legge non porterà modifiche sostanziali” dice Giacomo Negro, titolare dell’azienda FL group di Vado Ligure, distributore di farmaci con licenza speciale nell’importazione di cannabis dall’Olanda. “Il testo conferma e sottoscrive alcuni decreti ministeriali già emessi in passato, indirizzati proprio ad una regolamentazione necessaria per l’aumento delle richieste”.
“Quello che sicuramente lascia perplessi, anche per noi del settore, riguarda le modalità di produzione, con lo Stato che tramite l’Istituto Militare di Firenze di fatto accentra a se i quantitativi di cannabis sul mercato, insomma la produzione di un medicinale ad appannaggio dello Stato con specifiche direttive, escludendo un libero mercato”.
“Questo va anche a discapito del paziente ed è limitante rispetto alle opzioni terapeutiche e di cura richieste per le diverse patologie indicate, per le quali si possono utilizzare farmaci differenti e specifici. Oggi ci sono ancora tanti pazienti senza farmaci a base di cannabis e questo incide sulla qualità di vita di quelle persone”.
“Quindi – conclude Negro -, si tratta di una normativa praticamente inutile, la quale tra l’altro dovrà ancora passare al Senato, quindi vedremo se davvero diventerà legge e quali effetti produrrà”.