Traditi dalla tecnologia

In auto hanno una borsetta rubata, presi grazie al “trova iPhone”: 2 condanne

Il furto era avvenuto a danno di una cliente del locale "Blue Bay" di Pietra Ligure

tribunale savona

Ponente. Si è concluso con due condanne e un’assoluzione il rito abbreviato condizionato che vedeva a giudizio le tre persone arrestate nel maggio scorso a Loano dai carabinieri della Stazione di Ceriale con l’accusa di aver rubato una borsetta ed una giacca ad una cliente della discoteca “Blue Bay” di Pietra Ligure.

Il giudice ha condannato a otto mesi di reclusione e 140 euro di multa, D.S., una trentenne italiana, e a cinque mesi e dieci giorni e 80 euro di multa con la sospensione condizionale della pena Y.A.C., una colombiana di 33 anni. E’ stato invece assolto (“per non aver commesso il fatto”) il terzo imputato, J.R.A.L., un cittadino ecuadoriano di 32 anni.

I tre erano finiti in manette dopo essere stati rintracciati grazie all’applicazione “cerca” iPhone mentre viaggiavano in auto sull’Aurelia. Ad attivare il sistema per trovare il cellulare era stato un poliziotto fuori servizio che si trovava nella discoteca ed aveva aiutato la vittima del furto quando si era accorta della sparizione della borsetta. Grazie alle indicazioni dell’app l’agente aveva rintracciato la vettura dei presunti autori del furto ed erano intervenuti i carabinieri.

Quando l’auto sospetta era stata fermata uno degli occupanti era riuscito a scappare, mentre gli altri tre erano stati bloccati dai militari. Visto che la borsetta con l’iPhone era stata trovata nella vettura per i tre erano scattate le manette per furto. Nell’udienza di convalida gli imputati, che erano difesi dall’avvocato Gian Maria Gandolfo, si erano difesi negando di essere i responsabili del furto. Al giudice avevano spiegato di non sapere che il loro amico avesse messo la borsetta in auto, respingendo le accuse. Anche il difensore dei tre aveva sottolineato come il comportamento dei suoi assistiti fosse stato corretto perché non erano scappati, ma si erano subito fermati all’alt.

Il giudice aveva convalidato gli arresti, ma aveva rimesso in libertà i tre imputati disponendo l’obbligo di firma per tre volte a settimana soltanto per la donna italiana.

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