Liguria. Dopo 40 anni di servizio, il 31 ottobre sarà l’ultimo giorno di attività lavorativa del sostituto commissario Michele Lorenzo, segretario regionale del Sappe. Lorenzo, classe 1957, sposato e padre di tre figli, in servizio presso la Scuola di Polizia Penitenziaria di Cairo Montenotte, è dunque collocato a riposo per aver raggiunto il limite di età dei 60 anni.
Lorenzo come detto è segretario regionale del SAPPe, il sindacato capeggiato da Donato Capece, un altro cairese di adozione. A lui sono attribuite molte rivendicazioni sindacali tra le quali la sua posizione contro la chiusura del carcere di Savona. Nella vita sociale Lorenzo partecipa a varie attività di volontariato; nel settore sportivo è dirigente della pallavolo Carcare.
Giunse a Cairo Montenotte il 7 agosto del 1978 proveniente da Taranto. All’interno della prestigiosa scuola cairese ha svolto attività formativa anche con funzioni di comando, si è occupato principalmente di attività formativa e quelle collegate alla rappresentanza, cerimoniale e relazioni esterne.
Durante la sua carriera ha sempre ricoperto incarichi di responsabilità e comando, è stato impegnato in attività operative in vari istituti penitenziari.
Nel 2003 ha prestato servizio nel Gruppo operativo mobile per la gestione dei detenuti ad alto indice di pericolosità sottoposti a regime del 41 bis. Nel 2004 ha gestito 2 detenuti implicati nell’inchiesta Telekom Serbia. Nel 2011 gli fu conferita dal Ministero della Giustizia la medaglia d’oro al merito di servizio. Ha ricoperto anche incarichi a livello ministeriale quale componente di commissioni.
“Ricordo perfettamente il mio arrivo a Cairo – racconta – avevo 21 anni: l’impatto con la città fu deludente, forse perché provenivo da Taranto una grande città sul mare. Ma la delusione durò poco, quando conobbi Cairo ed i suoi cittadini mi convinsi che Cairo sarebbe diventata la mia città. Apprezzo questa città e ci sto bene, non cambierei niente dei miei attuali 40 anni cairesi: devo tanto a Cairo, per questo ringrazio tutti coloro con i quali ho collaborato e spero collaborarci ancora. Non posso non dedicare un pensiero a miei colleghi che purtroppo non ci sono più, quei colleghi con i quali ho lavorato e che hanno consentito che la scuola di polizia penitenziaria di Cairo mantenesse il primato quale la scuola più importante d’Italia, oltre a farla diventare un buon punto di riferimento per la città”.