Savona. “Nei giorni scorsi la Giunta inconsistente savonese si è arricchita di una nuova assessora, già comunista, poi socialista ed ora leghista: Maria Zunato. Appena insediata ha annunciato il suo programma: un patto per il lavoro a Savona”. Inizia così l’intervento dei Verdi savonesi sulla new entry di palazzo Sisto.
“Noi Verdi per una volta non vogliamo ricordare che la giunta di centrodestra ha fatto del binomio cemento e carbone l’asse della crescita cittadina nè tanto meno ricordare i duri colpi inferti a lavoratori e lavoratrici dalla legge ‘Biagi’, dalla riforma pensionistica Maroni con il famoso ‘scalone’ o dal patto per Milano voluto dal locale centrodestra dividendo il fronte sindacale e provocando solo un grave incremento del precariato” prosegue Dnailo Bruno.
“A questo punto proponiamo tre possibili assi di manovra su cui avviare un dialogo cittadino: affermare il principio del rifiuto del consumo del suolo attraverso ad esempio un programma di manutenzione territoriale, un piano di riqualificazione urbana volto a favorire il social housing, le famiglie giovani e le persone a basso reddito promuovendo anche una radicale revisione del piano urbanistico comunale in modo da impedire ogni possibile nuova lottizzazione a cominciare dal Crescent 2 e favorire il ruolo di pianificazione del Comune” spiegano i Verdi savonesi.
“Avviare un piano di raccolta differenziata e porta a porta in modo da avviare una razionale raccolta a Savona e soprattutto la promozione di nuova occupazione anche nel campo della green economy; favorire le attività culturali come espressione della coscienza civile cittadina e fattore di coesione sociale in modo che la città manifesti il proprio ruolo di promozione della pace e della solidarietà internazionale. Noi crediamo che questi sarebbero gli assi su cui costruire una città che sappia produrre nuova occupazione e soprattutto sia accogliente ed europeista. Purtroppo però questi sono i valori che sicuramente non piaceranno alla nuova assessora già comunista, poi socialista ed ora leghista” conclude Danilo Bruno.