Villanova d’Albenga. La Fiom Cgil torna sulla vertenza di Piaggio Aerospace: l’atteso tavolo ministeriale non è stato ancora convocato e l’unico incontro previsto dovrebbe essere quello tra il ministro Calenda e l’assessore regionale Edoardo Rixi a margine di un faccia a faccia sull’area di crisi complessa del savonese, nel quale lo stesso esponente della Regione Liguria solleciterà il Governo rispetto ad un nuovo appuntamento a Palazzo Chigi sul piano industriale dell’azienda aeronautica rigettato con forza da lavoratori e organizzazioni sindacali di categoria.
“Nel giugno 2014 il sottosegretario Claudio De Vincenti firmò, insieme alle organizzazioni sindacali, l’accordo che portava alla chiusura della Piaggio di Genova con un trasferimento parziale a Villanova d’Albenga di una parte dei lavoratori. L’accordo prevedeva una serie di compensazioni e la parte più importante era l’assenza di esuberi. Da quella data le inadempienze dell’azienda nell’applicare l’accordo sono state molte e sempre denunciate dal sindacato al Governo, che ha riconosciuto nell’ultimo incontro avvenuto presso Palazzo Chigi il 9 agosto 2016 alla presenza del Ministro Carlo Calenda e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio di allora, che le linee portate avanti dalla direzione aziendale violavano gli accordi e che le stesse non erano ne’ condivise ne’ tantomeno conosciute” ricorda la Fiom Cgil genovese.
“Il ministro si impegnò a parlare con la proprietà e a riconvocare le parti. Non più tardi di ottobre 2016. E’ passato un anno da allora, e come organizzazioni sindacali abbiamo inviato tre richieste d’incontro urgenti, di cui due inviate direttamente ed una arrivata attraverso le Prefetture di Genova e Savona, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Naturalmente l’azienda va avanti e prova a fare lo spezzatino, mettendo in vendita i motori ed il service, e provando ad eliminare i cassintegrati”.
“Gli impegni presi, soprattutto presso le sedi ministeriali vanno mantenuti sempre; i lavoratori non avrebbero dato il proprio assenso all’accordo in uno scenario privo di garanzie – aggiunge ancora la Fiom genovese -: non si gioca con la pelle di 1200 lavoratori inondando di chiacchiere e di presenze inopportune, svanendo poi nel nulla. L’azienda vive alla giornata, non ha un piano industriale e continua a nascondere i bilanci degli ultimi anni, per la ragione semplice che si ritrova per l’ennesima volta a rinegoziare i debiti con banche e con importanti fornitori”.
“Al Signor Ministro avevamo chiesto un percorso trasparente nella gestione di questa vicenda per evitare i buchi neri del passato, ma crediamo che il silenzio del Governo venga letto dall’azienda come assenso al percorso che distruggerà la Piaggio definitivamente. Se va avanti lo spezzatino e il disimpegno sugli accordi riterremo il Governo responsabile della fine di una azienda che, tra l’altro, è tutelata dalle leggi perché sviluppa prodotti strategici” conclude il sindacato, pronta a riprendere la lotta e la mobilitazione in caso non arrivino risposte immediate dall’Esecutivo per un nuovo confronto sul piano industriale.