M5s vs mai

No alla sospensione della caccia per motivi ambientali: botta e risposta in consiglio regionale

L’assessore ha ribadito che non si è rilevata una condizione di forte stress della fauna selvatica e Ispra non ha indicato elementi oggettivi sui quali basarsi

Caccia, cacciatore

Regione. La polemica relativa alla mancata sospensione della stagione venatoria arriva in consiglio regionale dove Marco De Ferrari, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, ha presentato un’interpellanza, sottoscritta da tutti i colleghi del gruppo, con cui ha chiesto alla giunta perché “ha deciso di non seguire le leggi nazionali a tutela ambientale, gli appelli provenienti dal coro unanime di tutte le associazioni ambientaliste e la raccomandazione proveniente dall’ISPRA per la sospensione del calendario venatorio”.

De Ferrari ha chiesto, inoltre, sulla base di quali controlli la Regione ha valutato non grave lo stato di stress fisico ed ecologico della fauna selvatica causato dall’emergenza climatica e ambientale. Il consigliere ha rilevato che l’ISPRA, ha affermato, in una prima nota del 7 luglio, che la siccità è stato il fenomeno filo conduttore tra il 2016 e il 2017 e in una seconda nota del 27 agosto ha chiesto alle Regioni di sospendere almeno per il mese di settembre l’avvio della stagione venatoria. “Per quanto riguarda gli incendi – ha concluso – è altamente plausibile che il patrimonio faunistico nazionale si trovi in larga misura in una condizione di stress che lo rende altamente vulnerabile rispetto a ulteriori diverse pressioni”.

L’assessore alla caccia Stefano Mai ha ribadito che d’abitudine le indicazioni di Ispra vengono valutate attentamente, sottolineando che da tempo la Regione ha avviato politiche di controllo e verifiche sul territorio. Mai ha quindi ribadito che in questo caso non c’è stato da parte di Ispra una richiesta ad operare delle scelte, ma a verificare se ci siano le condizioni per mettere in atto delle forme restrittive nei confronti dell’attività venatoria e di quella cinofila correlata.

“Si tratta – ha detto – di una sorta di raccomandazione”. L’assessore ha quindi ribadito che non si è rilevata una condizione di forte stress della fauna selvatica e Ispra, di contro, non ha indicato elementi oggettivi sui quali basarsi. Diversi fattori hanno quindi indotto la Regione ad intraprendere la strada scelta. “In particolare – ha evidenziato – la superficie boschiva colpita da incendi non supera l’un per cento, i giorni dedicati all’addestramento dei cani in Liguria sono soltanto diciannove”. Mai ha quindi sottolineato che in Liguria non c’è l’apertura precaccia e ha ribadito, invece, l’emergenza legata alla presenza del cinghiale.

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