“Rosso Pistacchio” è la rubrica di Marzia, che ama definirsi “una truccatrice struccata”. Uno spazio al femminile dal taglio volutamente “leggero” in cui parlare a 360 gradi di tutto ciò che ruota intorno alle donne. In salsa savonese, naturalmente.
Quel giorno la Fede, la Speranza e la Carità non riuscivano a trovare il modo per ingannare il Tempo.
Avevano giocato a dadi, ma Fede era troppo convinto di sé stesso, e aveva finito per irritare tutti in maniera irrecuperabile, avevano giocato a poker, ma Speranza non faceva che bluffare ed era quasi finita a botte, avevano anche giocato al mimo, ma Carità conosceva solo film tristi, e alla fine si erano depressi tutti ed erano finiti al solito bar con la vista sull’Universo a sorseggiare nettare e ambrosia corretto rhum.
La Terra galleggiava davanti a loro, come una opima e fumosa sfera, immersa nei fluorescenti fumi del proprio inquinamento. Fede, Speranza e Carità scrutavano il fondo del proprio bicchiere, incapaci di alzare il loro sguardo su quel pianeta che stigmatizzava tutto il proprio fallimento.
“Avete voluto far estinguere quei simpatici lucertoloni….lo avete voluto voi!” disse Fede alzando il naso rubizzo dal proprio bicchiere.
“Vogliamo parlare di tutta la manfrina della mela? Quella ve la siete inventata proprio bene.” Replicò Speranza sputando un nocciolo di dattero.
“Dovevamo pur dar loro qualcosa in cui credere!! Dovevamo!! Non si poteva lasciarli a loro stessi! Avrebbero distrutto tutto” piagnucolò Fede con la testa tra le mani ossute.
Carità singhiozzava e beveva, beveva e singhiozzava senza riuscire a emettere una sillaba.
I tre andarono avanti a lungo in cerca di una soluzione che potesse salvare la Terra e l’Umanità intera.
Consultarono libri e carte geografiche, mappe astrali e scritti filosofici, convocarono aruspici e matematici e finalmente decisero di tornare sulla Terra uno alla volta per valutare la gravità della situazione.
Partì Fede per primo e dopo sette giorni tornò ricoperto di lividi e sangue e sputo.
“Sono stato in un piccolo villaggio nel deserto, convinto di trovare la purezza della fede, e c’era questa piccola donna, Karima. Le ho tenuto la mano mentre la sotterravano di sassi, e la colpivano, e le gridavano che era empia e puttana, e io ci ho provato, giuro, ci ho provato a gridare di fermarsi, in nome della Fede, in nome mio. Ma Karima ha smesso di stringermi la mano e si è assopita nella Morte. Per il dolore del mio fallimento mi sono strappato il cuore con le unghie e lo ho lasciato sulla Terra.”
Partì Speranza e dopo sette giorni tornò cieco.
“Sono stato in una scuola convinto di trovare nei piccoli uomini la parte più pura della speranza, e c’era una bimba, Annachiara, bella come una rosa al mattino e triste come l’inverno. Per lei c’erano male parole e occhiate maliziose. Finchè un mattino, Annachiara ha provato a volare attraverso una finestra. E si è assopita nella Morte. Per il dolore del mio fallimento mi sono cavato gli occhi con due cucchiai e li ho lasciati sulla Terra.”
Partì Carità per ultimo e dopo sette giorni tornò fradicio e livido di freddo.
“Sono stato in mezzo al mare, convinto di trovare la purezza della carità, e c’era una donna dalla pelle di velluto e la pancia tonda come la luna. Non si respirava in quella stiva e Mariah vomitava e vomitava e vomitava. Il mare entrava da ogni pertugio e l’odore di nafta lo avevamopersino sotto pelle. Hanno tagliato la pancia di Mariah con un coltello da pesce, ma il bambino era blu. Si sono addormentati entrambi nella Morte. Per il dolore del mio fallimento mi sono strappato i polmoni e li ho lasciati sulla Terra.”
Seduto in un angolo, al bar con la vista sull’Universo, ad ascoltare i tre racconti, se ne stava sorridente il Libero Arbitrio.
Con uno sguardo sornione di gatto sazio e soddisfatto, Libero arbitrio si scolò l’ultima goccia di assenzio e aprì la grande cesta di vimini che teneva stretta tra le ginocchia.
Restituì senza dire una parola a Fede il cuore, raccolto da un bambino che lo aveva conservato tra pennarelli e quaderni, a Speranza i propri occhi, raccolti da un insegnante di sostegno della scuola elementare, e a Carità i propri polmoni, recuperati tra le onde da un sottoufficiale della Guardia Costiera al terzo turno di notte.
“Rosso Pistacchio” è la rubrica al femminile di IVG, ogni martedì a cura di Marzia Pistacchio: clicca qui per leggere tutti gli articoli